Pupella Maggio e Eduardo De Filippo
Pupella Maggio e Eduardo De Filippo

Pupella Maggio

 

 

Un ritratto di Pupella Maggio (1910-1999), il cui nome di origine è Giustina Maggio: attrice, ballerina, cantante ma anche operaia.

Il suo destino di attrice fu stabilito fin da piccola quando al Teatro Orfeo fu portata in palcoscenico per rappresentare “Una Pupa movibile” di Eduardo Scarpetta, e per questo fu chiamata Pupella.

Raggiunse l’apice del successo con Eduardo De Filippo che le aprì una splendente carriera artistica. Capace di cantare, ballare e recitare si affiancò ad attori del calibro di Ugo D’Alessio, Totò e Nino Taranto.

Il III Municipio della Capitale le ha dedicato una via nel quartiere Porta di Roma.

 

 

Pupella Maggio nacque a Napoli il 24 aprile del 1910 in una famiglia di artisti molto numerosa.  Il padre era un attore teatrale e la madre un’attrice e cantante.

La sua carriera artistica cominciò proprio nella compagnia teatrale itinerante del padre insieme ai suoi sei fratelli attori: Icario, Rosalia, Dante, Beniamino, Enzo e Margherita. Pupella, abbandonò la scuola dopo aver frequentato la seconda elementare; recitava, ballava e cantava in coppia con il fratello più piccolo, Beniamimo.

Stanca della vita errante dell’attrice, negli anni ’40, in seguito alla morte dei suoi genitori, trovò un impiego come modista a Roma, ma fu costretta ad andar via poiché nascose nella sua casa alcuni ebrei. Lavorò successivamente come operaia in un’acciaieria di Terni, dove si occupò anche dell’organizzazione degli spettacoli del Dopolavoro.

Ma la passione per il teatro fu più forte di ogni cosa e dopo un periodo in cui lavorò nella rivista della sorella Rosalia insieme a Totò, Nino Taranto e Ugo D’Alessio, incontrò Eduardo De Filippo. Nel 1954  Pupella Maggio cominciò a recitare nella compagnia Scarpettiana con cui Eduardo mette in scena i testi del padre Eduardo Scarpetta.

La consacrazione di Pupella come attrice avviene dopo la morte di Titina De Filippo, quando Eduardo le diede la possibilità di interpretare Filumena Maturano. Per Eduardo interpretò  “donna Rosa Priore” in “Sabato, domenica e lunedì”, ruolo che le valse tre premi: Maschera D’Oro, San Genesio e Nettuno. Interpretò poi la famosissima Concetta di “Natale in casa Cupiello”. Recitò ne “L’Arialda” di Giovanni Testori per la regia di Luchino Visconti. Da questo momento in poi l’attrice intervallò il teatro con il cinema. Recitò, infatti, ne “La Ciociara” di Vittorio De Sica, “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy, “Sperduti nel buio” di Camillo Mastrocinque, “La Bibbia” di John Huston nel ruolo della moglie di Noè, “Il medico della mutua” di Luigi Zampa al fianco di Alberto Sordi, “Armarcord” di Federico Fellini nel ruolo della madre del protagonista, “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, “Sabato Domenica e Lunedì” di Lina Wertmuller, “Fate come noi” di Francesco Apolloni.

A teatro recitò, diretta da Giuseppe Patroni Griffi, in “Napoli notte e giorni” e in “In memoria di una signora amica”, al fianco del regista napoletano Francesco Rosi. Dal 1979 iniziò anche il suo sodalizio teatrale con Tonino Calenda per il quale recitò ne “La madre” di Bertolt Brecht tratto dal romanzo di Massimo Gor’kij, “Aspettando Godot” di Samuel Beckett nel ruolo di Lucky e a fianco di Mario Scaccia e in “Questa sera…Amleto”.

Nel 1997, all’età di ottantacinque anni, ha pubblicato il suo libro di memorie “Poca luce in tanto spazio”, che contiene, oltre a tanti ricordi personali, anche le sue poesie.

La grande interprete si è spenta a Roma, l’8 dicembre del 1999.