60° anniversario del Trattato di Roma 

 

Sabato 25 marzo 2017 nella Capitale si è svolto il Consiglio europeo dedicato al 60° anniversario del Trattato di Roma, che il 25 marzo del 1957 sancì la nascita della Comunità economica europea. Ripercorriamo dunque le tappe principali di questo lungo e delicato cammino, ricostruendone le radici storiche e delineandone il contesto, i protagonisti e le successive modifiche.  

 

Il Trattato di Roma fu sottoscritto nella Capitale italiana il 25 marzo del 1957 e rappresenta il momento decisivo del processo costitutivo delle Comunità Europee.

I sei Paesi firmatari (Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e Olanda) istituirono con questo Trattato una Comunità Economica Europea (CEE) e - con altro trattato sottoscritto lo stesso giorno - la Comunità Europea dell'Energia Atomica, meglio nota come Euratom. Nel 1951 era stato, invece, sottoscritto il Trattato costitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). Quest’ultima, istituita con trattato a tempo, è cessata il 23 luglio 2002. Euratom, al contrario, resta in essere come Comunità giuridicamente autonoma dall’Unione Europea, pur condividendone le istituzioni.

 

Dopo la Seconda guerra mondiale, l’esigenza di un processo di integrazione europea fu sentita per prevenire nuovi conflitti in Europa, in particolare riavvicinando Francia e Germania, i maggiori antagonisti continentali delle due guerre mondiali. Il processo di integrazione trovò una prima realizzazione nella CECA, con la quale si mise a fattor comune il settore strategico della produzione del carbone e dell’acciaio, sotto un’Autorità aperta alla partecipazione di altri Stati europei. Con il relativo Trattato, sottoscritto a Parigi il 18 aprile 1951 da Francia, Germania, Italia e dai paesi del Benelux, gli Stati membri rinunciarono a parte della propria sovranità a favore della Comunità, seppur in un unico settore.

Tale iniziativa si poneva in un contesto di più ampio respiro che, in una prospettiva di ricerca d’integrazione tra i Paesi europei, vide nello stesso periodo lo sviluppo di vari altri progetti, fra i quali l’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea del 1948, il Consiglio d’Europa nel 1949 (che adotterà a breve la Convenzione Europea sui Diritti Umani) e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nel 1960.

Il graduale processo di integrazione europea subì una battuta di arresto con il fallimento dell’istituenda Comunità europea di difesa (CED). Il relativo Trattato, infatti, non entrò mai in vigore per il mancato consenso del Parlamento francese, preoccupato dalla rimilitarizzazione delle Germania, seppure nell’ambito della stessa CED.

Nonostante tale rallentamento, un nuovo, decisivo impulso all’integrazione europea fu dato dalla Conferenza di Messina del giugno 1955, nella quale i ministri degli esteri dei sei Stati che avrebbero costituito il nucleo iniziale della Comunità Economica Europea rilanciarono il progetto di cooperazione, ponendo l’accento principalmente su liberalizzazione del mercato e politiche comuni, con particolare attenzione ai trasporti e all’energia nucleare. Per sviluppare questo progetto, fu costituito un gruppo di esperti indipendenti, presieduto dal ministro degli esteri belga Spaak, con l’intento di perfezionare e trasformare in strumenti concreti le direttive e le idee scaturite dalla Conferenza di Messina. A seguito di ulteriori incontri di ministri e di esperti, agli inizi del 1956 fu istituito un Comitato preparatorio, incaricato di approntare una relazione sulla costituzione di un mercato comune europeo. Nell'aprile 1956 esso presentò due progetti, corrispondenti alle due opzioni considerate dagli Stati e nelle quali si era rinunciato agli obiettivi che avevano fatto naufragare la CED, ovvero: la creazione di un mercato comune e l’armonizzazione delle politiche economiche; la creazione di una comunità dell'energia atomica.

I due progetti portarono alla sottoscrizione dei trattati CEE ed Euratom nel 1957 a Roma. I sei Stati membri originari rinunciarono, con questi trattati, a parte della loro sovranità a favore di una comune entità sovranazionale, seppure limitata inizialmente a specifici settori. Dal punto di vista strutturale, le tre Comunità (la preesistente CECA, la CEE ed Euratom) ebbero istituzioni almeno in parte separate; erano, in particolare, comuni la Corte di Giustizia e l’Assemblea, mentre l’Alta Autorità CECA e le due Commissioni CEE ed Euratom restavano separate. Tale assetto fu mantenuto fino al 1967, allorquando entrò in vigore il Trattato sulla "fusione degli esecutivi", che rese il Consiglio e la Commissione istituzioni comuni.

 

Il Trattato di Roma è stato modificato, oltre che dai successivi trattati di adesione dei 21 Stati membri che nel tempo si sono aggiunti ai sei Stati fondatori, dai seguenti trattati di modifica:

Trattato di Bruxelles, detto "trattato di fusione" (1965).

Sostituì i tre Consigli dei ministri (CEE, CECA ed Euratom) e le due Commissioni (CEE, Euratom) e l'Alta Autorità (CECA) rispettivamente con un Consiglio unico e una Commissione unica. A questa fusione amministrativa si aggiunse la costituzione di un bilancio di funzionamento unico.

Trattato che modifica talune disposizioni in materia di bilancio (1970).

Sostituì il sistema di finanziamento delle Comunità, mediante i contributi degli Stati membri con quello delle risorse proprie. Istituì altresì un bilancio unico per le Comunità.

Trattato che modifica talune disposizioni finanziarie (1975).

Conferì al Parlamento Europeo la facoltà di respingere il bilancio e dà atto alla Commissione dell'esecuzione del bilancio. Istituì inoltre una Corte dei Conti unica per le tre Comunità, avente funzione di organo di controllo contabile e di gestione finanziaria.

Trattato sulla Groenlandia (1984).

Fece venir meno l'applicazione dei trattati sul territorio della Groenlandia e stabilì relazioni speciali tra la Comunità europea e la Groenlandia, modellate sul regime applicabile ai territori d'oltremare.

Atto unico europeo (1986).

Rappresentò la prima riforma di rilevante spessore dei trattati. Estese i casi in cui il Consiglio vota a maggioranza qualificata, potenziò il ruolo del Parlamento Europeo tramite le procedure di cooperazione ed ampliò le competenze comunitarie. Pose il completamento del mercato interno come obiettivo per il 1992.

Trattato sull'Unione Europea, detto "trattato di Maastricht" (1992).

Riunì nell'unica cornice dell'Unione Europea le tre Comunità (Euratom, CECA, CEE) e le cooperazioni politiche istituzionalizzate nei settori della politica estera, della difesa, della polizia e della giustizia. Mutò la denominazione di Comunità Economica Europea in Comunità Europea, istituì l'unione economica e monetaria, introdusse nuove politiche comunitarie ed ampliò le competenze del Parlamento Europeo, attraverso l’istituzione della procedura di codecisione.

Trattato di Amsterdam (1997).

Ampliò le competenze dell'Unione, attraverso: l’istituzione di una politica comunitaria in materia di occupazione, la comunitarizzazione di parte delle materie che prima facevano parte della cooperazione nel campo della giustizia e degli affari interni ed una cooperazione più stretta tra taluni Stati membri (cooperazione rafforzata). Estese, inoltre, la procedura di codecisione ed i casi di voto a maggioranza qualificata e portò alla rimunerazione degli articoli dei trattati.

Trattato di Nizza (2001).

Regolò quei problemi istituzionali legati all'allargamento non disciplinati nel Trattato di Amsterdam, quali in particolare la composizione della Commissione, la ponderazione dei voti in sede di Consiglio e l'ampliamento dei casi di voto a maggioranza qualificata. Semplificò il ricorso alla procedura di cooperazione rafforzata e rese più efficace il sistema giurisdizionale.

Trattato di Lisbona (2007, in vigore dal primo dicembre 2009).

L’ultimo trattato di modifica ha avuto una storia complessa. Nell'ottobre del 2004 era stato firmato il trattato istitutivo di una Costituzione per l'Europa. Concepito per abrogare e sostituire tutti i trattati esistenti (eccetto Euratom) con un testo unico, consolidava 50 anni di trattati europei. L’entrata in vigore era condizionata alla ratifica da parte di tutti gli Stati membri, secondo le rispettive norme costituzionali. In esito alle difficoltà di ratifica incontrate in taluni Stati membri, i capi di Stato e di governo approvarono, nel Consiglio europeo del 16 e 17 giugno 2005, una fase di riflessione. In occasione del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007, fu raggiunto un compromesso per un nuovo testo, dando mandato per la convocazione di una conferenza intergovernativa incaricata di elaborare non più una Costituzione ma un "trattato di riforma" per l'Unione europea. Il risultato è stato il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il primo dicembre 2009 a seguito di ratifica da parte di tutti gli Stati membri e che prevede incisive riforme istituzionali e procedurali relative al funzionamento dell’Unione Europea, in modo da adeguarla all’ampliamento a 27 Stati membri ed alle nuove sfide economiche e geopolitiche che si propongono all’Unione Europea.