Leonardo Sciascia e Paolo Borsellino
Leonardo Sciascia e Paolo Borsellino

100 anni fa, Leonardo Sciascia.

 

Leonardo Sciascia (1921-1989): uno degli intellettuali più significativi del Novecento italiano. Dai romanzi di grande impatto civile, alla saggistica, agli editoriali scritti per i principali quotidiani nazionali. Lo ricordiamo a cento anni dalla nascita. 

 

 

Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto, nell’entroterra agrigentino, l’8 gennaio del 1921, primo di tre fratelli. La madre proviene da  una famiglia di artigiani, il padre è impiegato in una delle miniere di zolfo della zona. A sei anni inizia a frequentare la scuola. Da subito affiora la sua forte passione per la storia, unita all’amore per la letteratura. A partire dagli otto anni si dedica intensamente alla lettura di tutti i libri che gli è possibile reperire a Racalmuto. Nel 1935 si trasferisce a Caltanissetta con la famiglia e si iscrive all’Istituto Magistrale "IX Maggio". Nel 1941 supera l’esame per diventare maestro elementare e nel 1944 sposa Maria Andronico, dalla quale ha due figlie. Nel 1949 inizia a insegnare nella scuola elementare del suo paese. È del 1952 la pubblicazione di “Favole della dittatura”, ventisette testi brevi di prosa molto studiata. Sempre nel 1952, esce la raccolta di poesie “La Sicilia, il suo cuore”.

Sciascia vince nel 1953 il premio Pirandello per un importante intervento critico sull’autore di Girgenti, dal titolo “Pirandello e il pirandellismo”. Nel 1954 è alla direzione di “Galleria” e di “I quaderni di Galleria”, riviste dedicate alla letteratura. Nel 1956 pubblica il primo libro di rilievo, “Le parrocchie di Ragalpetra”, a cui seguono nell’autunno del ’58 i tre racconti della raccolta “Gli zii di Sicilia”: “La zia d’America”, “Il quarantotto” e “La morte di Stalin”. Sempre nel ‘58 interrompe l’attività di insegnamento per lavorare in un ufficio del Patronato scolastico. Nel 1961 pubblica “Il giorno della civetta”, il romanzo sulla mafia che porta a Sciascia la maggior parte della sua celebrità; e proprio l’impegno civile e la denuncia sociale dei “mali di Sicilia”, rappresentano i tratti più caratterizzanti per la definizione della sua fisionomia di scrittore ed intellettuale.

Oltre a “Il consiglio d’Egitto” (1963), gli anni Sessanta vedono nascere alcuni dei romanzi più sentiti dallo stesso autore, dedicati proprio alle ricerche storiche sulla cultura siciliana: “A ciascuno il suo” (1966)  e “Morte dell’Inquisitore” (1967). Nello stesso anno esce una “Antologia di narratori di Sicilia”, curata da Sciascia insieme a Salvatore Guglielmino. Il 1970 è l’anno del pensionamento scolastico e della pubblicazione de “La corda pazza”, una raccolta di saggi su “cose siciliane” nella quale l’autore chiarisce la propria idea di "sicilitudine". Il 1971 è invece l’anno de “Il contesto”, libro destinato a destare una serie di polemiche politiche. Si fa poi sempre più forte in Sciascia la propensione ad includere la denuncia sociale nella narrazione di episodi veri di cronaca nera: gli “Atti relativi alla morte di Raymond Roussel” (1971), “I pugnalatori” (1976) e “L’affaire Moro” (1978) ne sono un chiaro esempio.

Nel 1974, dal clima del referendum sul divorzio e dalla sconfitta politica dei cattolici, nasce “Todo modo”, pamphlet sull’Italia democristiana e gesuitica. Nel 1979 lo scrittore si presenta come indipendente nelle liste del Partito Radicale: eletto sia in Parlamento europeo che alla Camera dei deputati, opta per quest’ultima. Dopo molti anni di attività politica, segnato dalla malattia, è costretto a frequenti trasferimenti a Milano per le cure mediche.

Carichi di dolenti riflessioni autobiografiche sono i brevi racconti gialli “Porte aperte” (1987), “Il cavaliere e la morte” (1988) e “Una storia semplice” - in libreria il giorno stesso della sua morte -, in cui si scorgono le tracce di una ricerca narrativa all’altezza della difficile e confusa situazione italiana di quegli anni.

Leonardo Sciascia si spegne a Palermo il 20 novembre del 1989. I suoi libri hanno lasciato un segno importante nella storia letteraria del nostro Paese.