Bruno Martino 

 

 

“E la chiamano estate”. 

 

 

Nato a Roma l’11 novembre del 1925, Bruno Martino debutta come pianista jazz all'età di quindici anni, suonando di nascosto in un'orchestrina studentesca.

Nel 1944 entra in Rai, come pianista dell'Orchestra 013 di Piero Piccioni. Negli anni seguenti ottiene grande successo all'estero, principalmente nel nord Europa, sperimentando un genere originale: un mix di jazz, canzoni napoletane e sue composizioni. Forte dei consensi ottenuti, tornato in Italia nel 1958 compone canzoni per Caterina Valente, Renato Rascel e Wilma De Angelis. Crea un gruppo, il Quintetto Bruno Martino, formato da Ole Jorgensen alla batteria, Carlo Pes alla chitarra, Luciano Ventura al contrabbasso, Bruno Brighetti alle trombe, al vibrafono, al trombone e alla fisarmonica. Un caso fortuito lo lanciò anche come interprete, quando sostituì il cantante della sua orchestra.

Il primo successo fu “Kiss me kiss me”, lanciato nel programma televisivo Ritmi d'oggi, per la regia di Enzo Trapani; seguirono brani che divennero celebri come “Nel duemila”, “Estate”, “E la chiamano estate”, “Jessica”, “Forse”, “Sono stanco”, “Sabato sera”, “Che sarà di noi”, “Prova a darmi un bacio”, “Quando un giorno”, “Cos'hai trovato in lui”, “Baciami per domani”, “Ma tu chi sei” e tanti altri.

Moltissimi jazzisti di tutto il mondo hanno interpretato "Estate", brano portato alla visibilità internazionale dal cantante-chitarrista brasiliano Joao Gilberto, che lo scoprì durante una tournée italiana, lo riarrangiò in versione "bossa" e ne fece uno standard, oggi tra i più eseguiti. Tra le sue versioni più celebri, quelle di Chet Baker, Helen Merrill, Toots Thielemans, Michel Petrucciani, Mike Stern, Joao Gilberto, nonché una delle ultime grandi del vocalismo jazz: Shirley Horn. Tra gli italiani, dapprima la canzone è stata interpretata e portata al successo da Jimmy Fontana, in seguito hanno interpretato "Estate" Mina, Mia Martini, Ornella Vanoni, Vinicio Capossela, La Crus, Irene Grandi, Andrea Bocelli, Claude Nougaro, Sergio Cammariere, Enrico Rava, Orietta Berti, Amalia Gré, Stefano Bollani e Alex Britti. Martino partecipò al Festival di Sanremo del 1961, con il brano “A.A.A. Adorabile cercasi”, insieme a Jula De Palma, non entrando però in finale. Il suo repertorio è stato inoltre interpretato da Fred Bongusto, Peppino Di Capri e Franco Califano.

Nell'agosto e settembre del 1979 conduce sulla seconda Rete della Rai la trasmissione in quattro puntate "Ottantotto tasti e una voce" insieme al pianista Enrico Simonetti, con la regia di Gian Maria Tabarelli; sigle della trasmissione erano le sue "Pomeriggio d'agosto" e "Una calda serata d'estate" - arrangiamenti di Victor Bach, con il quale avrà poi una lunga collaborazione discografica -. Nel 1991 partecipa, interpretando al pianoforte canzoni sue e non, a molte puntate del programma radiofonico, andato in onda anche in televisione, "Radio anch'io". Nel giugno del 1993 partecipa alla trasmissione "Noi maggiorenni" condotta da Gianni Minà, in cui si esibisce al pianoforte, dopo aver ringraziato pubblicamente Piero Piccioni e Armando Trovajoli per avergli "insegnato a suonare il pianoforte". Nel novembre dello stesso anno si esibisce al Teatro Flaiano di Roma in venti concerti al pianoforte insieme a Umberto Bindi.

Bruno Martino ha avuto due figli dalla prima moglie Anna Innocenzi, Walter e Gloria. Walter è uno stimato batterista e compositore, che ha collaborato con i maggiori artisti italiani e molti artisti internazionali - Claudio Baglioni, Renato Zero, Mia Martini, Mina, Rino Gaetano, Antonello Venditti, Fiorella Mannoia, Bob Mintzer, Michael Manring, John Beasley, Mark Eagan - oltre ad essere stato uno dei componenti dei Goblin, gruppo che ha composto le colonne sonore dei film "Profondo Rosso" e "Suspiria" di Dario Argento e "Shock" di Mario Bava.

La seconda moglie, Fiorelisa Calcagno, è autrice dei testi di numerosi brani.

Mai dimenticato dal pubblico neanche dopo il tramonto del suo periodo d'oro, Bruno Martino si è spento a Roma, all'età di 74 anni, il 12 giugno del 2000.

Dieci anni dopo, la sua storia è stata raccontata attraverso il libro “Odio l'estate” (Donzelli Editore) scritto dalla giornalista musicale Paola De Simone e pubblicato nel luglio del 2010. Il volume è interamente dedicato a Bruno Martino e alla sua canzone più nota, “Estate” - solo in origine intitolata Odio l'estate - divenuta nel tempo uno standard jazz mondiale. Attraverso il racconto del collaboratore Bruno Brighetti e della moglie Fiorelisa Calcagno, il libro ricostruisce le tappe più importanti del percorso artistico del musicista romano e ne traccia un ritratto umano dettagliato. A queste voci si aggiungono la prefazione di Vinicio Capossela e le interviste a Sergio Cammariere, Fabrizio Bosso, Renato Sellani e Jimmy Fontana, tutti interpreti di “Estate”.