[ A 5 anni dalla scomparsa ]

 

Carlo Azeglio Ciampi: il decimo Presidente.

 

Il 13 maggio del 1999 Carlo Azeglio Ciampi veniva eletto, in prima votazione, decimo Presidente della Repubblica Italiana con 707 voti di preferenza. Il suo settennato si distinguerà per una profonda riscoperta degli ideali risorgimentali e della Resistenza, simboleggiati dall'Inno di Mameli e dal Tricolore. 

Carlo Azeglio Ciampi dunque: un esponente di primo piano della vita economica e politica dell'Italia repubblicana. 

 

Nato a Livorno il 9 dicembre del 1920, Carlo Azeglio Ciampi studia presso l'istituto dei gesuiti, San Francesco Saverio. Consegue la laurea in Lettere e il diploma della Scuola Normale di Pisa nel 1941. Antifascista, alla Normale rimane affascinato dal suo professore, il filosofo Guido Calogero. All'università conosce anche Franca, la futura moglie. Chiamato alle armi nel '41, è sottotenente dell'esercito in Albania. L'8 settembre 1943 si trova in permesso in Italia. Rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò e si dà alla macchia, rifugiandosi a Scanno, in Abruzzo, con il suo maestro Calogero, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista che andava saldandosi attorno al partito d'Azione. Dopo sei mesi tra i monti d'Abruzzo, riesce a passare le linee del fronte sulla Majella per arrivare a Bari e consegnare a Tommaso Fiore un manoscritto sul «catechismo liberalsocialista del Partito d'azione» datogli da Calogero e si arruola nelle file del rinato esercito italiano, iscrivendosi nel frattempo al PdA.

Alle elezioni del 1946 gli azionisti prendono solo l'1,46% dei voti. Comincia la diaspora. Da quella repubblicana di Ugo La Malfa e Adolfo Tino a quella di sinistra di Vittorio Foa e Riccardo Lombardi, Tristano Codignola. Il '46 è un anno importante per Ciampi: sposa Franca, consegue la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Pisa e, dopo aver vinto un concorso, entra come impiegato in Banca d'Italia, per rimanervi 47 anni, 14 da governatore. Nel 1946, si iscrive anche alla Cgil e ne conserva la tessera fino al 1980. Nella Banca inizialmente presta servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito. Nel 1960 è  chiamato all'amministrazione centrale della Banca d'Italia, presso il Servizio Studi, di cui assume la direzione nel luglio 1970. Segretario generale della Banca d'Italia nel 1973, vice direttore generale nel 1976, direttore generale nel 1978, nell'ottobre 1979 è nominato Governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio Italiano Cambi, funzioni che assolve fino al 28 aprile 1993.

Il 26 aprile 1993, Ciampi viene nominato presidente del Consiglio e per la prima volta indica  ministri pidiessini. L'assoluzione in Parlamento di Bettino Craxi porta però alle dimissioni dei prescelti: Vincenzo Visco, Luigi Berlinguer, Luigi Spaventa e Augusto Barbera. Dall'aprile 1993 al maggio 1994 presiede un governo chiamato a svolgere un compito di transizione.

Il governo Ciampi garantisce l'applicazione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, attraverso il complesso lavoro per la determinazione dei collegi e delle circoscrizioni elettorali, e il passaggio da un Parlamento profondamente rinnovatosi tra la XI e la XII legislatura. Sul piano economico gli interventi più significativi sono la lotta all'inflazione, attraverso l'accordo governo-parti sociali del luglio del 1993, che pone fine ad ogni meccanismo di indicizzazione e  individua nel tasso di inflazione programmata il parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali. Inoltre il governo Ciampi dà avvio alla privatizzazione di numerose imprese pubbliche.

Durante la XIII legislatura è Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, nel governo Prodi (dall'aprile 1996 all'ottobre 1998) e nel governo D'Alema (dall'ottobre 1998 al maggio 1999), dando un contributo fondamentale all'entrata dell'Italia in Europa. Tra i provvedimenti più significativi di questo periodo si ricorda la manovra correttiva della politica di bilancio varata nel settembre del 1996 dal governo Prodi, che consente un abbattimento di oltre 4 punti percentuali del rapporto indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rispetto al prodotto interno lordo, il parametro di Maastricht di più arduo conseguimento per il nostro Paese.

Il 13 maggio del 1999 viene eletto, in prima votazione, decimo Presidente della Repubblica Italiana con 707 voti di preferenza. Il suo settennato si è distinto per una profonda riscoperta degli ideali risorgimentali e della Resistenza, simboleggiati dall'Inno di Mameli e dal Tricolore.

Carlo Azeglio Ciampi si è spento a Roma il 16 settembre del 2016, all’età di 95 anni.