Palazzo Pisani Dossi, quartiere Brera - Milano
Palazzo Pisani Dossi, quartiere Brera - Milano

 

Carlo Dossi 

 

Un profilo biografico di Carlo Dossi (1849-1910): considerato l’esponente della Scapigliatura che più di ogni altro tentò di scardinare le tradizionali forme letterarie, fu anche  un importante diplomatico nonché appassionato archeologo. 

A lui il III Municipio di Roma ha dedicato una via nel quartiere Talenti. 

 

Alberto Carlo Pisani Dossi, (Alberto Pisani al secolo, in arte Carlo Dossi) nacque a Zenevredo, tra i colli dell'Oltrepo pavese, il 27 marzo del 1849.

Iniziò a scrivere giovanissimo sulla scapigliata rivista milanese "Palestra letteraria", divenuta poi " artistica" e " scientifica " , di cui fu ideatore.

Nel 1868 pubblicò il suo primo romanzo, L'Altrieri - Nero su bianco seguito subito dopo, nel 1870, dalla Vita di Alberto Pisani.

Nel 1872 tentò a Roma un primo breve avvio della carriera diplomatica, impiegandosi al Ministero degli affari esteri.

Ritornato a casa, tornò a scrivere e a pubblicare, componendo fra l'altro con Luigi Perelli, la commedia in milanese Ona famiglia de cilapponi.

Nel 1877 riavviò a Roma, brillantemente, la propria carriera consolare avvicinandosi sempre più all'intraprendenza di Francesco Crispi.

Negli anni romani collaborò con Luigi Perelli e Primo Levi sulla Riforma, giornale della Sinistra storica. In un mirato rilancio editoriale, promosse la sua esperienza milanese presso un pubblico più vasto, ristampando numerosi testi lombardi. Questa intensa attività editoriale culminò nel libro degli Amori, voluto quasi a riscatto da " giovanile errore" (La desinenza in A).

Durante il primo governo crispino (1887-1891) intensificò la propria attività diplomatica: curò la riforma del ministero degli esteri, tentò la conciliazione fra Stato e Chiesa, assistette il Crispi nei colloqui a Friedrichsruh con Otto von Bismark, inaugurando un nuovo corso della politica estera italiana, sostenne inoltre l'iniziativa coloniale africana, riorganizzando i possedimenti italiani in Eritrea (suo il toponimo).

Il 14 gennaio 1892 sposò Carlotta Borsani. Venne quindi inviato a Bogotà, in Colombia, come ministro plenipotenziario, rimanendovi fino alla primavera del 1893.

Nel dicembre dello stesso anno, venne nuovamente nominato capo di Gabinetto del Ministero degli Esteri ma nel 1895, affaticato e deluso dalla militanza politica, chiese di essere trasferito con la famiglia ad Atene dove curò un'intelligente attività diplomatica e si dedicò a competenti ricerche archeologiche.

Richiamato in Italia, dopo la caduta di Crispi, condusse una vita sempre più appartata a Corbetta in casa Mussi, dimora quattrocentesca che la moglie ereditò dallo zio Francesco.

Si dedicò al restauro delle linee sforzesche dell'antica casa, già appartenuta ad Ambrogio Varese da Rosate, medico di Ludovico il Moro, arricchendola con la propria biblioteca, il museo archeologico e la collezione. Nel 1898 sulle pendici di Cardina, rivolte a Como, iniziò la fabbrica del Dosso Pisani: villa di ricercato impianto classico, eretta a perenne memoria dei propri famigliari e amici.

Nell'estate del 1901 il ministro Giulio Prinetti lo collocò senza preavviso a riposo per formali ragioni di compiuto servizio.

Seguì con cura i lavori del Dosso, affidando a Carlo Paolo Agazzi gli affreschi degli interni e a Cesare Ravasco il monumento alle "Tre Arti consolatrici della vita", posto sulla terrazza in cospetto al lago. Compose gli epigrafi per le colonne dei Portici degli Amici dove si ritrovavano i prediletti scapigliati degli anni milanesi, scienziati stravaganti, uomini politici e di chiesa, scrittori e poeti tanto diversi da lui ma ben radicati nell'Ottocento.

Nel 1908 venne colpito da un ictus, perse l'uso della mano destra e riportò sensibili danni cerebrali. Nel settembre del 1909 e nell'ottobre del 1910 uscirono a cura di Gian Pietro Lucini, il primo e il secondo volume delle Opere di Carlo Dossi. 

L'eclettico letterato si spense al Dosso Pisani il 16 novembre del 1910. 

 

26/3/2018