Una statua per Diana Spencer 

 

Era il 2017 quando, a 20 anni dalla morte di Lady Diana Spencer, i principi Harry e William avevano affidato allo scultore Ian Rank-Broadley - autore del ritratto della regina Elisabetta che compare sulle monete britanniche dal 1998 - il compito di realizzare una statua dedicata alla loro madre. L’opera, collocata a Kensington Palace, dove la principessa viveva, verrà inaugurata giovedì 1° luglio 2021 - nel pieno rispetto delle misure di sicurezza legate alla persistente emergenza sanitaria - in quello che sarebbe stato il giorno del suo 60° compleanno.

“Sarà un tributo duraturo a nostra madre per ricordarne la vita e celebrare quello che ci ha lasciato” - hanno dichiarato i reali in un comunicato ufficiale.

 

Lady D: la “principessa triste”

 

Il 29 luglio del 1981 tutto il mondo segue in diretta le nozze di Carlo d’Inghilterra e Diana Spencer. È il matrimonio del secolo: lui ha 32 anni, lei 20 e piace per la sua semplicità. È stata maestra d’asilo e proviene da un’antica famiglia di nobili. Nata a Sandringham, sulla costa orientale dell'Inghilterra il 1° luglio del 1961, verrà ricordata dai sudditi di Sua Maestà e dall'opinione pubblica mondiale semplicemente come Lady D, amata per il suo profondo impegno nel sociale. Dà alla luce William ed Henry - meglio noto come Harry -, ma ben presto il sogno di Lady Diana si infrange. La corte e la regina infatti le sono ostili e lei scopre molto presto che il cuore del marito appartiene ancora a Camilla Parker-Bowles, una fiamma di gioventù in realtà mai spenta. Il matrimonio con Carlo d’Inghilterra dunque non può che naufragare rapidamente, e per Diana sembra arrivare una seconda occasione: la relazione con Dodi Al Fayed (figlio del milionario egiziano ed ex proprietario dei magazzini Harrods).

Ma la notte del 31 agosto del 1997 Lady Diana e il suo nuovo compagno perdono la vita in un terribile incidente d’auto a Parigi. Usciti dall'Hotel Ritz, in Place Vendôme, la coppia si allontana sulla Mercedes S280, cercando di seminare i fotografi. Appena trascorsa la mezzanotte, imboccano a velocità sostenuta il tunnel sotto il Pont de l’Alma: un urto sul muro destro e poi la fine della corsa contro il tredicesimo pilone del ponte.

Lo schianto è fatale per Al-Fayed e l'autista Henri Pau che muoiono sul colpo; Diana, ancora in vita, viene trasportata al vicino ospedale di Pitiè-Salpêtrière, dove per le gravi lesioni interne spirerà due ore dopo. Unico superstite è Trevor Rees-Jones, guardia del corpo di Diana. La ricostruzione di quei tragici momenti rappresenta però un mistero che si tinge di giallo: la dinamica stessa dell’incidente, i soccorsi, i retroscena.

Sei giorni dopo, il 6 settembre, a Londra si svolgono i funerali secondo il protocollo reale, in mezzo a un fiume umano di circa 3 milioni di persone. Un evento senza precedenti, trasmesso dalle Tv di tutto il mondo, nel corso del quale Elthon John esegue una versione modificata della celebre Candle in the Wind.

Neanche la morte riesce a offuscare il mito di Lady D, la principessa amata dalla gente e impegnata in numerose attività solidali, in primis per i malati di Aids.

Sulle cause dell’incidente sono state avanzate le più disparate tesi complottistiche, che si sono scontrate con la verità dei fatti emersi dalle indagini. L’autista della Mercedes aveva nel sangue oltre 1,7 millilitri di alcol per litro, tre volte più della soglia tollerabile. Si scopre che prima di mettersi alla guida l’uomo ha consumato quattro cognac, associati a farmaci antidepressivi.

Inoltre, per diversi periti, lui, Diana e Dodi avrebbero avuto maggiori chance di salvarsi se avessero indossato le cinture di sicurezza. Chi le aveva allacciate, la guardia del corpo, risulta infatti l’unico superstite.

La tesi del complotto tuttavia non è tramontata, come ha dimostrato il sondaggio registrato nel 2006 dalla BBC, sul suo sito internet, dal quale è emerso che il 31% dei britannici era ancora convinto che non si fosse trattato di un incidente.

L'aspetto meno edificante infine è che il nome di Lady D sia diventato un business per molti. Nel marzo del 2013, dieci suoi vestiti (uno dei quali indossato durante la cena alla Casa Bianca) sono stati battuti all'asta, per un incasso complessivo di 800 mila sterline.