Elena Fabrizi 

 

Un ritratto della inimitabile “Sora Lella” (1915-1993). A lei il III Municipio di Roma ha intitolato un Viale nel quartiere Talenti. 

 

Elena Fabrizi - soprannominata Lella o “Sora Lella” - nasce a Roma il 17 giugno del 1915.

Ultima di sei fratelli (il maggiore era il mitico Aldo Fabrizi) prima di dedicarsi al cinema svolge l'attività di ristoratrice, aprendo una trattoria nella celebre piazza romana di Campo de' Fiori.

Diventa poi famoso un altro ristorante da lei gestito insieme al marito e al figlio sull'Isola Tiberina, chiamato non a caso “Sora Lella”.

In seguito si dedica al teatro e al cinema, sulla scia del fratello Aldo. Il suo esordio cinematografico arriva piuttosto tardi, a 43 anni, con il film I soliti ignoti (1959) di Mario Monicelli, accanto a colonne del cinema italiano quali Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Tiberio Murgia. In questo film interpreta una delle tre "mamme adottive" dell'orfano Mario (Renato Salvatori).

Prende quindi parte a diverse commedie all'italiana, in cui sfoggia il suo carattere bonario e il marcato accento romano. Su tutte ricordiamo I tartassati (1959) di Steno e C'eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola.

Nel 1967 appare anche come ospite in una puntata della trasmissione televisiva Rai di carattere gastronomico Linea contro Linea, replicata nel 2010 da Rai Storia.

Elena Fabrizi raggiunge la popolarità all'inizio degli anni Ottanta, grazie a Carlo Verdone che le fa interpretare il ruolo di sua nonna in due dei suoi primi film, Bianco, rosso e Verdone (1981) e Acqua e sapone (1983). La “Sora Lella” infatti incarna alla perfezione il ruolo dell'anziana nonna romana: saggia, premurosa e allo stesso tempo disinibita, pronta a ribattere e a punzecchiare gli interlocutori, in primo luogo il "nipote" Verdone.

Carlo Verdone nella sua autobiografia “Fatti coatti” racconta come conobbe Elena Fabrizi. Ai microfoni dell'emittente locale Radio Lazio la “Sora Lella” ogni mattina interveniva per dare consigli o per consolare le ascoltatrici che chiamavano per raccontare i problemi quotidiani, dai tradimenti del marito all'aumento dell'affitto, dai guai fisici ai tram in ritardo. Affascinato dal modo in cui sapeva consigliare le persone su qualsiasi argomento (farcendo i suoi interventi con “classiche” parolacce dette al posto giusto), Verdone decise d'incontrarla al bar dove era solita recarsi. Verdone racconta che quando le disse chi era e che la voleva come coprotagonista del suo nuovo film, la reazione di Lella fu: “Carlo Verdone l'attore? Ma me stai a cojonà o stai a ddì sur serio?”.

Verdone s'innamorò subito di questa tipica matrona romana, la quale a sua volta lo considerava come un vero nipote; il successo del film Bianco, rosso e Verdone confermò la bontà dell'intuizione del grande regista. Grazie alla sua interpretazione Lella vinse un Nastro d'Argento come miglior attrice esordiente, e con il successivo Acqua e sapone si aggiudicò un David di Donatello come miglior attrice non protagonista. Recitò inoltre in alcuni film del filone “trash” italiano, come quelli della serie di Pierino con Alvaro Vitali. In questi film Elena Fabrizi interpretava la parte di una nonna disperata alle prese con un nipote pestifero, Pierino/Alvaro Vitali. Se da un lato non poteva che essere disperata per i comportamenti e gli scarsi risultati del nipote, al tempo stesso aveva quella naturale comprensione che ogni nonna ha per il proprio nipote.

Grazie a queste interpretazioni divenne ben presto lo stereotipo della nonna italiana tutto cuore e qualche scappellotto.

Negli ultimi anni della sua vita fu imitata da Antonello Fassari nel programma satirico Avanzi. Gli sketch la proponevano nel suo ruolo di frequente ospite in talk show televisivi, con trovate come l'aprire il borsellino e cominciare a mangiare gli spaghetti che conteneva.

L’indimenticabile “Sora Lella” si spegne a Roma il 9 agosto del 1993, all’età di 78 anni. Riposa nel cimitero di Prima Porta.