Enrico Montesano 

 

 

Enrico Montesano nasce a Roma il 7 giugno del 1945.

Proviene da una famiglia di artisti: il nonno è direttore d’orchestra, il bisnonno e il prozio artisti di operetta. Crescendo a Roma negli spensierati anni del boom economico, il giovane Enrico rivela ben presto doti da imitatore e umorista. Nel 1966 debutta a teatro con Vittorio Metz, mentre l’anno dopo si esibisce al Puff, noto cabaret della capitale, grazie alla collaborazione con Maurizio Costanzo.

Negli anni Sessanta gira alcuni musicarelli e parodie come “Zum Zum Zum - La canzone che mi passa per la testa” (1968) dei Corbucci o “I quattro del pater noster” (1969) di Ruggero Deodato. Il suo successo però cresce soprattutto negli anni Settanta, quando in televisione è protagonista e presentatore in spettacoli celebri come “Canzonissima” (1971), “Dove sta Zazà” (1973) e “Mazzabubù” (1975) al fianco di Gabriella Ferri, e “Quantunque io” (1977).

La sua produzione cinematografica degli anni Settanta è copiosa, spesso con alterni risultati, in collaborazione con i maghi della risata all’italiana: i fratelli Corbucci, Steno, Castellacci e Pingitore. In particolare bisogna ricordare la pellicola di culto “Febbre da cavallo” (1976), dove al fianco di Proietti, Celi e Carotenuto interpreta un accanito scommettitore nel mondo grottesco dei “cavallari” romani. Il film, già abbondantemente di successo ai suoi tempi, grazie alle repliche televisive e al mercato dell’home video è ormai assurto al livello di “cult”, specie per il pubblico romano.

Al 1978 risale invece il suo “Rugantino”, commedia musicale nella quale Montesano rivela tutto il talento teatrale di cui dispone e che viene trasmessa anche dalla Rai. Nel 1980, Pasquale Festa Campanile lo vuole in “Il ladrone”, storia romanzata del buon ladrone che viene crocifisso accanto a Cristo. La sua interpretazione, a fianco di una sensuale Edwige Fenech, è un grande successo di critica e di pubblico.

Gli anni Ottanta, anche se segnano la crisi per il cinema italiano, non arrestano la sua frequente partecipazione a film comici, spesso in coppia con altri beniamini del pubblico quali Verdone, Pozzetto, Celentano e Abatantuono. Ricordiamo fra gli altri “Il conte Tacchia” (1982) di Corbucci, rivisitazione della Roma ottocentesca, il corale “Grand Hotel Excelsior” (1982) di Castellano e Pipolo, “I due carabinieri” (1984) di e con Carlo Verdone. Del 1988 è la sua esperienza con il maestro della commedia all’Italiana Mario Monicelli, che lo dirige in “I picari” accanto a Gassman, Manfredi e Giancarlo Giannini. A teatro si segnalano i successi dei musical “Bravo” (1981) e “Se il tempo fosse un gambero” (1986). In televisione conduce “Fantastico 9” (1988).

Negli anni Novanta Montesano continua con successo a fare teatro e televisione, ma si disimpegna lentamente dal cinema. Nel 1995 e 1996 è il protagonista e regista della serie “Pazza famiglia”, che va in onda su Raiuno. A metà degli anni Novanta comincia una breve esperienza politica come deputato europeo eletto nelle liste dell’allora Partito Democratico della Sinistra, che si conclude fra molte polemiche.

Nel nuovo Millennio, oltre al sequel di “Febbre da Cavallo - La mandrakata” (2002) girato da Carlo Vanzina, partecipa a “Il lupo” (2007) di Stefano Calvanga e a “Ex” (2009) di Fausto Brizzi. La sua più recente apparizione è stata in “Tutto l’amore del mondo” (2010) di Riccardo Grandi, al fianco di Sergio Rubini e Nicolas Vaporidis.

Nel 2013 è tornato al suo primo amore, con lo spettacolo teatrale “C’è qualche cosa in te”.

A novembre del 2015 ha pubblicato la sua autobiografia, “Confesso”, edita da Piemme.

Il “mattatore” Enrico Montesano ha portando in scena in tutta Italia la prima versione in musical de “Il marchese del Grillo”, riscuotendo immancabilmente il “tutto esaurito”