POVERA ROMA: DALLA "GRANDE BELLEZZA" ALLA "GRANDE MONNEZZA".



[Mutatis mutandis, Repetita iuvant] 

 

Ripubblichiamo di seguito un articolo presente ne, "Un giorno a Roma - Il libro", raccolta uscita in copertina flessibile il 22 febbraio del 2019! 

 

Vorremmo tanto parlar d’altro, ma come si fa? L’emergenza rifiuti nella Capitale in questo momento è senz’altro la priorità delle priorità. Dopo anni di “raccolta ordinaria a singhiozzo”, dopo, anzi, nel mentre della vicenda TMB Salario, dopo la “problematica” scaturita dal fermo della raccolta differenziata per le utenze commerciali - riassegnata - che ha messo ulteriormente in ginocchio la città, dopo l’anticipazione della sperimentazione del “processo partecipato” per alcuni impianti di compostaggio per il trattamento dell’umido a km 0, e dopo le polemiche sui ritardi dell’indicazione, da parte dei vertici capitolini, dei siti di Roma e provincia dove ospitare una nuova discarica, ed ora anche nuovi impianti di cui vi è bisogno, che altro può accadere? Intanto le immagini “da paura” segnalate senza sosta dagli utenti in rete, sui tanti siti di informazione locale, fanno rabbrividire. Finiremo dunque sommersi dalle immondizie? Ci auguriamo di no! Ricordate quei frame pazzeschi del film di Daniele Luchetti “Arriva la bufera”? Quella storia - ambientata in una cittadina del sud piena di orride discariche e minacciata dalla presenza di un vulcano - in cui tre sorelle sono le proprietarie di un inceneritore sempre in funzione, che poi, durante un’eruzione, esploderà causando danni irreparabili, è il paradigma perfetto della “maleodorante” realtà che ci circonda. Era il 1993, e quei sacchi di spazzatura che volano ovunque sono stati amaramente premonitori. L’allegoria appare infatti stringente. Ci troviamo tutti su un vulcano pronto a saltare in aria - cioè il dramma dello smaltimento dei rifiuti - e le conseguenze, sottovalutate e sottostimate, ci stanno letteralmente “piovendo addosso”. Non c’è più tempo per traccheggiare, c’è bisogno di agire, con competenza e rigore. A meno che non si voglia far metaforicamente “atterrare” quella spazzatura cinematograficamente in volo dentro le buche/voragini presenti sempre più numerose e profonde sulle strade di Roma - altro dilemma da prima pagina -. Ma questa è un’altra storia.