Marcello Mastroianni

 

 

La vita e la carriera dell’indimenticabile Marcello Mastroianni (1924-1996): il ritratto del “divo” più amato del cinema italiano del dopoguerra. 

 

 

 

 

 

Marcello Domenico Mastroianni, questo il suo nome completo, nasce a Fontana Liri, in provincia di Frosinone, il 28 settembre del 1924.

Fin da giovanissimo ha la fortuna di frequentare l'ambiente cinematografico. Negli anni Trenta ha infatti la possibilità di comparire addirittura in alcuni film del già riconosciuto maestro Vittorio De Sica. Più tardi, diplomatosi al liceo, si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio, senza abbandonare il mondo dello spettacolo, anzi dedicandosi in particolar modo al teatro.

Durante la sua esperienza al Centro Universitario Teatrale viene notato da Luchino Visconti, che lo vuole in importanti ruoli sia in recenti opere teatrali, come ad esempio "Un tram chiamato desiderio" e "Morte di un commesso viaggiatore", che in opere classiche come "La locandiera" e "Le tre sorelle". Nello stesso tempo le comparsate nel cinema diventano sempre più frequenti, fino ad emergere nel 1952 nel film "Le ragazze di Piazza di Spagna" di Luciano Emmer, con il quale aveva girato due anni prima "Domenica d'agosto". Inizia così ad affiorare il talento di Mastroianni per la delicata introspezione che quel tipo di cinema, a metà strada fra il neorealismo e la commedia italiana, richiedeva.

Le sue caratteristiche vengono confermate in "Giorni d'amore" di Giuseppe De Sanctis, in cui Marcello gioca con le sue origini ciociare in una lieve chiave comica. Soprattutto in questa occasione si delinea il personaggio cinematografico di Mastroianni: buono, con un velo di malizia, scapestrato e nello stesso tempo giudizioso, dolce e malinconico. Questa sua caratteristica stilistica è evidente anche quando interpreta personaggi drammatici come nei film di Alessandro Blasetti o Carlo Lizzani.

Spesso, per contrasto, gli viene affiancata la malizia femminile della giovane Sophia Loren, che porta nella metà degli anni Cinquanta a film come "Peccato che sia una canaglia", e "La fortuna di essere donna".

Per quanto riguarda la sua vita privata, nel 1950 sposa l'attrice Flora Clarabella e l'anno seguente nasce la figlia Barbara. Nonostante non abbia mai divorziato dalla moglie, che resterà tale fino alla morte dell'attore, numerose sono state le relazioni e i flirt con donne belle e famose.

Nel 1968 incontra a Cortina, sul set del film "Amanti" di Vittorio De Sica, l'attrice americana Faye Dunaway, che dopo una tormentata storia d'amore durata due anni lo abbandona. È del 1971 a Parigi l’incontro con l'attrice francese Catherine Deneuve. I due vivono insieme fino al 1974 e dalla loro unione nasce una figlia, Chiara (anche lei attrice). L'ultima lunga relazione è con la regista italiana Anna Maria Tatò, autrice nel 1996 del film documento "Marcello Mastroianni, mi ricordo, sì io mi ricordo", uscito nelle sale nel 1997 dopo la morte dell'attore.

Tornando alla sua carriera, la vera svolta arriva con il film che inaugura la lunga fortunata collaborazione artistica con Federico Fellini, "La dolce vita" (1960), pellicola cult di costume, in cui Mastroianni interpreta un moderno antieroe. Con Fellini, nei panni di una sorta di alter ego del regista riminese, gira anche "Otto e mezzo" (1963).

Nei primi anni Sessanta ottiene un personale trionfo in "Divorzio all'italiana" e "I compagni". Con Sofia Loren fa coppia anche in vari film di De Sica e inoltre appare in diversi film di Marco Ferreri, tra i quali "La grande abbuffata", "Ciao maschio" e "Storia di Piera". Poi lavora con Elio Petri in "L'assassino", con Ettore Scola in "Dramma della gelosia", "Splendor", "Che ora è?" e "Una giornata particolare", considerata una delle sue migliori interpretazioni.

Negli ultimi anni della sua attività le occasioni migliori gli provengono dal cinema internazionale: da "Il volo" (1986) di Thodoros Anghelopoulos allo stupendo "Oci ciornie" (1987) di Nikita Michalkov, da "Pret-à-porter" (1994) di Robert Altman al presago "Viaggio all’inizio del mondo" (1996) di Manoel de Oliveira, e spicca la sua interpretazione in un film di impegno civile come "Sostiene Pereira".

Il grande attore si spegne nella sua casa di Parigi il 19 dicembre del 1996, all’età di 72 anni. È sepolto nel Cimitero Monumentale del Verano, a Roma

"La dolce vita"
"La dolce vita"