Renzo Arbore

 

Show man, attore, regista, disc-jockey, comico e musicista. Il ritratto di un artista completo che in cinquant’ anni di carriera ha fatto centro in tutti i campi dello spettacolo. 

 

 

Renzo Arbore nasce a Foggia il 24 giugno del 1937. Figlio di medico si laurea in Giurisprudenza e dal 1964 collabora con la Rai, creando spettacoli originali di grande successo come “Bandiera gialla”, “Alto gradimento”, “L’altra domenica”, “Indietro tutta”. Versatile e poliedrico è cantautore, conduttore, showman, regista, ma ci tiene molto ad essere considerato il primo jocky italiano.

Ha avuto il merito di scoprire e lanciare nuovi personaggi fra i quali Roberto Benigni, Gegè Telesforo, Giorgio Bracardi, Mario Marenco, Marisa Laurito, Nino Frassica, Milly Carlucci, Daniele Luttazzi, e valorizzarne altri come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo e la Microband, l’attrice Maria Grazia Cucinotta, Nina Soldano, le conduttrici televisive Luana Ravegnini e Ilaria D’Amico, l’attore Francesco Paolantoni, la presentatrice Feliciana Laccio, la cantante Pietra Montecorvino.

Nel 1980 arriva la serie “Tagli Ritagli e Frattaglie” condotta insieme a Luciano De Crescenzo; nel 1981 “Telepatria International” con le indimenticabili evocazioni spiritiche di Dante (Roberto Benigni), Cristoforo Colombo (Paolo Villaggio) e con l’ultimo dei Mille (Carlo Verdone), in cui lancia le Gemelle Nete; e nel 1984 “Cari amici vicini e lontani”, programma sulla storia della radio, nuovamente con le Gemelle Nete (che interpretano la sigla finale del programma, “Un bacio a mezzanotte”).

Ma è nel 1985 che arriva il grande successo con la trasmissione di Rai 2 “Quelli della Notte”, un appuntamento cult, con una serie di personaggi comici e intellettuali che si riunivano nella notte surreale e un po’ cialtrona. La trasmissione, una chiara satira nei confronti dei dilaganti salotti televisivi, lancia sul firmamento nazionale il comico Nino Frassica nelle vesti di Frate Antonino da Scasazza che, con i suoi sproloqui, fece divertire mezza Italia. Molti altri furono comunque i nuovi volti lanciati dalla trasmissione, come Riccardo Pazzaglia il filosofo partenopeo, Massimo Catalano l’intellettuale viveur, Maurizio Ferrini rappresentante romagnolo di pedalò affezionato al Partito Comunista, Simona Marchini romantica sognatrice, Marisa Laurito cugina in attesa perenne del fidanzato, e ancora Mario Marenco, Andy Luotto oltre che lo stesso Renzo Arbore, grande trascinatore. La trasmissione segnò un’epoca, e i tormentoni e le battute entrarono nel gergo quotidiano. L’album prodotto con le musiche della trasmissione vendette 500mila copie.

Nel 1987/1988 la trasmissione “Indietro tutta!” replicò l’enorme successo di “Quelli della Notte”. Il programma stigmatizzava l’invadenza della televisione di tipo più commerciale, ridicolizzandone usi e costumi. Una parodia televisiva in cui Nino Frassica impersonava un improbabile quanto sgangherato “Bravo presentatore”: notevole il gruppo di ballerine brasiliane del “Cacao Meravigliao” che rappresentava un surreale sponsor e le “Ragazze Coccodè”, un ridicolo corpo di ballo. Non mancavano inoltre personaggi come Mario Marenco che impersonava “Riccardino”, un bambino parecchio dispettoso che con tanto di grembiule e cartella passava il tempo a rincorrere il cane Fiocco. Il maestro Mazza era a capo dell’orchestra “Mamma li Turchi”, Francesco Paolantoni era Cupido, appeso all’altalena ed intento a lanciare frecce che non andavano mai a segno. La scenografia rappresentava una nave e l’ammiraglio Arbore era attorniato da due belle ragazze che rappresentavano Miss Nord e Miss Sud: a guardia del sotterraneo erano le “Guardiane” (una delle due era una giovanissima e ancora sconosciuta Maria Grazia Cucinotta, l’altra Feliciana Iaccio).

Nel 1986 Arbore partecipa al “Festival di Sanremo” con la canzone “Il Clarinetto” e si piazza al secondo posto. Nell’esecuzione del brano sul palco sanremese è accompagnato da quelli che egli stesso chiama i “Tre amici e il cognato” di cui fanno parte Gegè Telesforo e Ferdinando Murolo. Seguono altri programmi televisivi come “Doc” e “Marisala Nuit”. In quest’ultimo programma, condotto da Marisa Laurito, Arbore, che è la voce fuori campo, anticipa quello che sarà il modo di fare televisione della “Gialappa’s Band”.

Nel 1990 conduce “Il caso Sanremo”, dove in un processo simulato è giudice su fatti e misfatti della storia canora sanremese, attorniato da una improbabile corte e avvocati interpretati da Michele Mirabella e Lino Banfi.

Nel 1992, in una trasmissione in 4 puntate, rende un sentito omaggio televisivo a Toto’ con “Caro Toto’... ti voglio presentare”. Un programma per celebrare la grandezza artistica del più grande in assoluto: il Principe della risata. Nel 1996 conduce senza sosta per 22 ore “La Giostra”, in diretta via Satellite per Rai International di cui è diventato intanto direttore Artistico e Testimonial.

Nel 2005 è la volta di “Speciale per me - Meno siamo, meglio stiamo”, definita dallo stesso Arbore una “trasmissione amarcord” con l’obiettivo di mostrare tutta la tv memorabile che la gente tende a dimenticare. Il senso della trasmissione è una sorta di mercatino di modernariato televisivo: anche la musica proposta è volutamente “vintage”. La trasmissione riscuote un buon successo anche se va in onda in terza serata (proprio a questa collocazione notturna allude il sottotitolo “meno siamo, meglio stiamo”), con una media di quasi un milione e mezzo di telespettatori dopo mezzanotte, il 25 per cento di share.

Il 15 novembre 2010 Arbore torna in tv con la trasmissione “… a lunga durata, Arbore e gli aborigeni” su Rai International e in replica su Rai 5.

Scapolo convinto, dopo un legame negli anni Sessanta con la cantante e presentatrice torinese Vanna Brusio, si è accompagnato con la cantante romana Gabriella Ferri, ha poi avuto una lunga storia d’amore nel decennio successivo con Mariangela Melato; successivamente è stato legato a Mara Venier fino al 1997. Nel 2007 si è legato nuovamente alla Melato, ed è stato con lei fino al giorno della morte avvenuta l’11 gennaio del 2013.

La passione che lega Arbore alla musica nera lo ha portato a realizzare, assieme al regista Riccardo Di Blasi, un piacevole e divertente reportage alla ricerca delle origini anche italiane del jazz, fatto di storie di musica, di emigrazione, di incontri, di interviste e materiali d’epoca. Il reportage, come dice Renzo “è rimasto a lungo sulle scrivanie di dirigenti poco interessati al jazz” e, finalmente, è stato trasmesso da Rai Due con la speranza di attirare l’attenzione su un dato storico, nel momento in cui il jazz italiano, per la qualità dei suoi musicisti, è considerato fra i più prolifici. “Da Palermo a New Orleans… e fu subito jazz”, questo il titolo del documentario, che è stato girato tra Palermo, Salaparuta, New Orleans, New York e Chicago.

Ma Arbore è anche e soprattutto un formidabile testimone della storia della canzone italiana, di cui oggi è diventato ufficialmente l’ambasciatore internazionale. Da 27 anni gira il mondo con la sua “Orchestra italiana”.

Nel 2014 Rai Uno ha reso omaggio alle trasmissioni più amate dello shoman con il programma “L’altra”. “Un modo per far conoscere il mio lavoro anche ai giovani” ha spiegato Arbore. “Il titolo? Rende bene la mia idea tv: fare “altro” rispetto a quello che passa il convento”. Un’idea che ispira anche la sua web-tv (www.renzoarborechannel.tv), che propone canzoni, interviste e filmati d’epoca.

Domenica 13 dicembre 2015, per celebrare i suoi 50 anni di carriera, Rai Storia gli ha dedicato il “Renzo Arbore Day”, un’intera giornata di programmazione, dalle 9,30 a notte fonda. Arbore ha celebrato i 50 anni sotto i riflettori anche con un cofanetto cd+dvd dal titolo "Io Faccio 'o Show" (Sony Music) registrato al Regio di Parma, un libro dal titolo "E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte" e, dal 19 dicembre al 3 aprile 2016, una mostra al Macro di Roma a lui dedicata, "Videos, radios, cianfrusaglies - Lasciate ogni tristezza Voi ch'entrate".