ROGER FEDERER DOCET


 [di Alessandro Quinti]



[Il futuro della Capitale: una partita tutta da giocare

 

Roger Federer, il campionissimo al quale recentemente la Zecca elvetica ha dedicato il conio di due monete celebrative - in merito vi invito a leggere il mio ebook Kindle -, tornato e ritornato più volte, nel corso della sua sfavillante carriera, sul podio più alto del mondo del tennis, come il nostro amato Caput mundi?

Beh, passatemi l’analogia, poiché credo che in fondo ci stia proprio tutta. Lo dico da ex tennista che qualche buona palla in passato l’ha tirata. E per il futuro, chissà!

E allora? Direte voi, che ci azzecca con le nostre beghe di cabina elettorale? C’entra, c’entra, volete sapere perché? È semplice: in quanto la tenacia, la grinta e la determinazione, unite alla correttezza e all’umanità espresse nel corso degli anni da questo straordinario atleta, sono la dimostrazione matematica e chirurgica di come si possono - ma soprattutto si devono - raggiungere i risultati programmati e mai persi di vista. Lui ragiona così, e ce l’ha sempre fatta. E magari tenterà di farcela ancora! E noi? Il “Bel Paese” del sole e del mare? Della Capitale dell’arte e della cultura a pranzo, cena e colazione? Ce la faremo a superare gli ostacoli che - a volte - ci creiamo da soli per paura di vincere, come certi “tennisti della domenica” che scimmiottano i grandi ma fanno “braccetto” senza chiudere una palla!

È proprio questo il punto centrale della questione, l’analogia che scruta il destino di un campione come Roger Federer e quello di una città - e con essa un intero Paese - dalla Grande Storia come la nostra: rimanere con l’occhio puntato sulla palla e risalire la china, facendo le giuste rinunce, come Roger quando salta alcuni tornei per arrivare al massimo della forma in quelli determinanti per il ranking mondiale.

C’è bisogno di strategia, oltre che di fiato e gambe. I muscoli sono importanti ma non bastano per cantare vittoria. Ci vuole una visione d’insieme e uno sguardo lungo nel tempo per capire cosa cambiare e cosa mantenere. Così su un campo da tennis come in un’aula consiliare. Per questo il tennis rappresenta una grande scuola di vita, di auto-disciplina, insegnando, là dove inevitabilmente accade, a saper perdere in maniera “costruttiva”, per poi ripartire con il piede giusto, sempre, e tornare a trionfare!

E allora auguri alla Capitale d’Italia, affinché possa ripartire con il piede giusto; e auguri all’immenso Roger Federer, affinché continui a regalarci emozioni e "visioni" di questa portata!