Ne avevamo già scritto qualche tempo fa, e con vero piacere, sulle colonne di questo stesso web Magazine, in occasione del Parco pubblico ungherese intitolatogli nel 2016 a Budapest, e successivamente, nel 2017, a un anno dalla scomparsa, della statua a lui dedicata in una strada pedonale della stessa capitale dell’Ungheria.

Il mitico Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, immensamente quanto notoriamente amato ovunque, in ogni angolo del pianeta, e particolarmente nell’Europa dell’est. 

In seguito ha ispirato la pubblicazione di un mio ebook Kindle quando, a tre anni dalla scomparsa, l'Italia lo ha omaggiato con varie iniziative.

Ora, apprendo con autentico entusiasmo che sabato prossimo, 31 ottobre 2020,  nel giorno dell'anniversario della sua nascita, Cine 34, il Canale del digitale terrestre interamente dedicato al cinema italiano, trasmetterà una serata speciale nel nome di Bud! Andranno in onda in prima e seconda serata due film che lo hanno visto protagonista: "Si può fare...amigo" (1972), e "Oggi a me...domani a te" (1968).     

Bud Spencer dunque: un mito trasversale e generazionale, acclamato dal pubblico di ogni età e luogo nel mondo intero.

Carlo Pedersoli allora: uno sportivo, un grande campione di nuoto, un sensibile cantautore, un valido pilota di elicotteri - forse non tutti lo sanno - un attore unico nel suo genere, e che genere, che insieme all’inseparabile amico e collega Terence Hill ha dato vita ad una coppia cinematografica di straordinario successo, universalmente apprezzata e pluripremiata.     

Vedendo i suoi divertenti film abbiamo imparato a conoscere i continenti più lontani; ridendo delle botte da orbi magistralmente dispensate dal “gigante buono” ai prepotenti di turno abbiamo in fondo riconosciuto e separato il bene dal male, messo nella giusta prospettiva i buoni e i cattivi, gli onesti e i furbacchioni!

Come dimenticare poi le indagini internazionali del commissario “Piedone” - Bud Spencer portava tra l’altro 47 di piede! - defensor pacis dei più deboli, in special modo dei bambini, che ha sempre tanto amato e per i quali è divenuto nel tempo un autentico beniamino!

Lui, un uomo buono, semplice, potremmo dire, nel senso migliore del termine, dallo sguardo franco e schietto, dalla forza buona e giusta, dal carattere aperto e socievole, sul set e nella vita privata, nonostante abbia deliziato tutti, ma proprio tutti, con la sua proverbiale vena burbera ed irascibile che ha caratterizzato indelebilmente molti dei più famosi personaggi interpretati in cinquant’anni di onorata carriera. 

Alzi la mano chi di voi non avrebbe voluto avere, almeno per una volta nella vita, al proprio fianco un amico come il Bud Spencer del piccolo e grande schermo!

Un omone a cui “vola la mosca al naso”, come si suol dire, ma dall’animo candido e sincero, sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno, senza chiedere nulla in cambio. E, di questi tempi, vi pare poco? Dite di sì, “altrimenti ci arrabbiamo!”.

 


  

Bud Spencer (il cui vero nome è Carlo Pedersoli), nasce a Napoli il 31 Ottobre del 1929.

Di famiglia discretamente benestante, nel 1935 il piccolo Bud frequenta le scuole elementari nella sua città, con buoni risultati; poi, essendo un appassionato di sport, solo pochi anni dopo diventa membro di un club locale di nuoto, vincendo fin da subito alcuni premi.

 

Nel 1940 la famiglia Pedersoli lascia Napoli per affari e si sposta a Roma. Lì il padre di Carlo ricomincia da zero. Carlo frequenta le scuole superiori ed entra contemporaneamente in un club di nuoto romano.

 

Finisce le superiori con il massimo dei voti. Non ancora diciassettenne, passa un difficile esame all'Università di Roma, e comincia a studiare Chimica. Nel '47, però, i Pedersoli per ragioni di lavoro si spostano in Sud America e Carlo è costretto a lasciare l'Università. A Rio lavora ad una catena di montaggio, a Buenos Aires come bibliotecario, e infine come segretario all'ambasciata italiana in Uruguay.

 

Un club di nuoto italiano però lo reclama a gran voce e Bud torna in Italia, diventando campione italiano di nuoto a rana. In quegli anni - è la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta -  vince il campionato nei cento metri stile libero con un tempo sotto il minuto. Deterrà il titolo fino alla fine della carriera. Non dimentica però gli studi e infatti si iscrive nuovamente all'Università, questa volta in Giurisprudenza. Contemporaneamente però ha fortunosamente la possibilità di entrare a far parte del mondo cinema, grazie al suo fisico possente e scultoreo.

 

Ha così modo di recitare per la prima volta in un film di produzione hollywoodiana, il celebre "Quo vadis" - il suo ruolo è quello di una guardia imperiale -.

 

Intanto, nel 1952, partecipa anche alle Olimpiadi di Helsinki come membro del team italiano (anche nella squadra di pallanuoto), che diviene campione europeo. Dopo le Olimpiadi con altri promettenti atleti viene invitato alla Yale University. Passa alcuni mesi negli Stati Uniti e poi, quattro anni dopo, eccolo alle Olimpiadi di Melbourne dove raggiunge un rispettabile undicesimo posto. Da un giorno all'altro decide però di cambiare vita, quella routine gli sta stretta; comincia a non sopportare più i massacranti e monotoni allenamenti in piscina, poi lascia gli studi nonostante gli mancassero pochi esami alla laurea.

 

Raggiunge quindi il Sud America, forse perché a quelle terre si sentiva particolarmente legato. Rivoluzionando davvero tutto il suo mondo e le sue priorità, lavora per nove mesi per una impresa americana intenta in quel periodo a costruire una strada che legasse Panama a Buenos Aires - ossia la strada diventata poi famosa come la "Panamericana" -. Dopo questa esperienza, lascia e trova un altro lavoro per una ditta automobilistica a Caracas fino al 1960.

 

Agli inizi degli anni '60 il futuro attore ritorna a Roma. Qui sposa Maria Amato, di sei anni più giovane, conosciuta quindici anni prima. Nonostante il padre di Maria sia uno dei più affermati produttori cinematografici italiani, Bud inizialmente non è interessato al cinema. Firma invece un contratto con la casa musicale RCA, e compone canzoni popolari per cantanti italiani.

 

Scrive anche qualche colonna sonora. L'anno dopo nasce Giuseppe, il primo figlio mentre nel '62 è la volta di Cristiana. Due anni dopo, invece, scade il contratto con la RCA e muore il suocero. Bud è così costretto a buttarsi negli affari, producendo documentari per la Rai.

 

Nel 1967 Giuseppe Colizzi, un vecchio amico, gli offre un ruolo in un film. Dopo qualche esitazione, accetta. Il suo partner di lavoro sul set è uno sconosciuto Mario Girotti, in procinto di diventare per il mondo il ben noto Terence Hill, scelto per sostituire Peter Martell (Pietro Martellanza) vittima di un incidente durante le riprese. Il film? "Dio perdona... io no!", la prima pellicola di quella che diverrà la coppia più spassosa e divertente per questo genere di produzioni. Le due star, però, nelle presentazioni in locandina cambiano i nomi, considerati troppo italiani per la provinciale Italia di allora. Inoltre Carlo non voleva utilizzare il cognome Pedersoli, glorioso nell'ambito sportivo italiano e mondiale, per un film che in teoria doveva essere un'unica esperienza. Ecco allora che Carlo Pedersoli e Mario Girotti diventano Bud Spencer e Terence Hill. Il cognome è scelto dallo stesso Carlo, che da sempre è un fan sfegatato di Spencer Tracy. "Bud", invece, è scelto per la sua predilezione per una birra americana.

 

Nel 1970 la coppia gira "Lo chiamavano Trinità...", con la regia di E.B. Clucher (Enzo Barboni), un vero e proprio "cult" che non solo ebbe un enorme un successo in tutta Italia, ma che tutt'ora viene annualmente replicato sulle televisioni nazionali, sempre con ottimi indici di ascolto, a testimonianza dell'amore e del gradimento che il pubblico manifesta per i due. A detta degli storici del cinema, inoltre, questo divertente western segna la fine dei brutali "spaghetti western" precedenti.

 

L'anno successivo la consacrazione assoluta arriva anche con il seguito del film "...Continuavano a chiamarlo Trinità", sempre con la regia di E.B. Clucher, che sbanca i botteghini del cinema europeo. Ormai Bud e Terence sono delle vere e proprie star internazionali.

 

Finita l'ondata western, però, c'è il pericolo che la coppia non sfondi in altri generi cinematografici; ma presto questa ipotesi viene smentita e, tra il 1972 e il 1974, con "...Più forte ragazzi!", "...Altrimenti ci arrabbiamo!" e "Porgi l'altra guancia" sono ai primi posti dei film visti nelle sale cinematografiche italiane.

 

Nel 1972 fra l'altro nasce Diamante, la seconda figlia di Bud. L'anno dopo gira il primo film della serie "Piedone lo sbirro", creato a partire da una sua stessa idea (collaborerà alla stesura di tutti gli episodi seguenti).

 

Fra le varie passioni dell'attore c'è anche il volo (nel 1975 ottiene una licenza di pilota per l'Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti), ma c'è anche la mai dimenticata canzone. Nel 1977 scrive appunto per il suo film "Lo chiamavano Bulldozer" alcune canzoni.

 

A sei anni di distanza dal successo dei due Trinità, Bud e Terence ritornano a essere diretti da E.B. Clucher nel film "I due superpiedi quasi piatti", riscuotendo un buon successo di pubblico, mentre negli anni seguenti girano altri due film insieme "Pari e dispari" e il mitico "Io sto con gli ippopotami" del compianto Italo Zingarelli.

 

Nel '79 Bud Spencer ottiene il premio "Jupiter" come star più popolare in Germania, mentre nell'80, dopo circa dieci anni di distanza da quando non girava un film western, torna al vecchio genere con il film "Occhio alla penna".

 

Dopo vari progetti andati a vuoto per far riunire la coppia, Bud Spencer e Terence Hill si ritrovano sul set diretti dallo stesso Terence Hill per un altro western, "Botte di Natale", che non riesce a rinverdire i vecchi fasti.

 

Negli ultimi anni ha dimostrato le sue qualità di attore drammatico dedicandosi anche a film impegnati, come per esempio "Cantando dietro i paraventi" (2003) di Ermanno Olmi ed altre produzioni  estere, non disdegnando progetti televisivi come "I delitti del cuoco" (2010).

 

Nel 2010 ha finalmente pubblicato la sua biografia ufficiale dal titolo "Altrimenti mi arrabbio. La mia vita".

 

Oltre al cinema ed alle altre innumerevoli passioni nel 2005, come conseguenza della sua natura eclettica, apre e chiude una breve parentesi politica candidandosi alle elezioni regionali del Lazio con risultati che, nonostante la mancata elezione, hanno sicuramente mostrato come sia ancora un personaggio molto amato dalla gente. Affetto che si denota ad ogni manifestazione a cui partecipa: sia nel 2006 in occasione della 25ª edizione di "Primo Piano sull'Autore", rassegna dedicata ai grandi del cinema, dove è stato protagonista assieme a Terence Hill, sia nel 2010 quando, sempre assieme a Terence Hill, riceve il David di Donatello alla carriera.

 

Il grande entusiasmo del pubblico, ma anche della critica, ha fatto capire quanto siano stati erroneamente tardivi in Italia i primi seri riconoscimenti tributati alla coppia per quel filone di film che li ha resi grandi, amati - e già premiati - in tutto il resto del mondo.

Il “gigante buono” del cinema si è spento a Roma il 27 giugno del 2016, all’età di 86 anni