Omaggio a Tullio De Mauro: la biblioteca Villa Mercede di Roma porterà il suo nome. 

 

 

Domani, 27 ottobre, alle ore 15, in via Tiburtina 113, alla presenza delle più alte Istituzioni capitoline avrà luogo la cerimonia di intitolazione della biblioteca Villa Mercede al grande studioso della lingua italiana Tullio De Mauro - a poco meno di un anno dalla scomparsa - che tra i tanti e prestigiosi ruoli ricoperti fu anche primo Presidente delle Biblioteche di Roma.  

 

“E’ per questo che l’intitolazione della Biblioteca Villa Mercede, nel II Municipio dove De Mauro ha vissuto” - ha dichiarato il Presidente delle Biblioteche di Roma Paolo Fallai - “diviene un tributo al ruolo che ha ricoperto per la realizzazione del progetto di nascita dell’Istituzione, un progetto volto a garantire a tutti il diritto alla cultura e all’informazione”. 

 

 

Nato a Torre Annunziata (Napoli) il 31 marzo del 1932, laureatosi in Lettere classiche nel 1956, Tullio De Mauro ha insegnato negli atenei di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Professore ordinario di Filosofia del linguaggio presso l'università "La Sapienza" di Roma (1974-1996), dal 1996 è stato ordinario di Linguistica generale presso la stessa università. Nel 1966 è stato tra i fondatori della Società di linguistica italiana, di cui è stato anche presidente (1969-73). È stato consigliere della Regione Lazio (1975-80), membro del Consiglio di amministrazione dell'università di Roma (1981-85), delegato per la didattica del rettore (1986-88) e presidente della Istituzione biblioteche e centri culturali di Roma (1996-97). Dal 2000 al 2001 è stato ministro della Pubblica Istruzione nel governo Amato. Nel 2001 è stato nominato dal presidente della Repubblica Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Per l'insieme delle sue attività di ricerca, l'accademia nazionale dei Lincei gli ha attribuito nel 2006 il premio della Presidenza della Repubblica. Nel 2008 gli è stato conferito l'Honorary Doctorate dall'Università di Waseda (Tokyo). 

Dopo i primi contributi nel campo dell'indoeuropeistica, il Prof. De Mauro si è dedicato alla linguistica generale con un ampio commento storico-interpretativo al Cours de linguistique générale di Ferdinand de Saussure (1967) e con numerosi studi di semantica teorica e storica. Ha inoltre indagato gli aspetti linguistico-culturali della società italiana dopo l'unità nella sua Storia linguistica dell'Italia unita (1963). Negli anni più recenti si è dedicato maggiormente agli studi sociologici, indagando le connessioni tra lo sviluppo dei sistemi comunicativi e l'evoluzione della civiltà moderna (Guida all'uso delle parole, 1980; Minisemantica dei linguaggi non-verbali e delle lingue, 1982; Ai margini del linguaggio, 1984). Questa metodologia di studio lo ha portato in seguito a coordinare la preparazione di un nuovo dizionario dell'italiano contemporaneo. Ha proseguito l'attività di saggista negli anni Novanta con la pubblicazione di testi quali: Lessico di frequenza dell'italiano parlato (1993, in collab.), Capire le parole (1994), Idee per il governo: la scuola (1995), Linguistica elementare (1998); successivamente ha pubblicato Prima lezione sul linguaggio (2002), La fabbrica delle parole (2005), Parole di giorni lontani (2006), Lezioni di linguistica teorica (2008), In principio c'era la parola? (2009), Parole di giorni un po' meno lontani (2012), La lingua batte dove il dente duole (con Andrea Camilleri, 2013) e In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia? (2014). Ha anche curato il DAIC. Dizionario avanzato dell'italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (con Marco Mancini, 2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (con Marco Mancini, 2001). Intensa anche la sua attività pubblicistica: ha collaborato, tra l'altro, con Il Mondo (1956-64) e L'Espresso (1981-90).

Tullio De Mauro si è spento nella sua casa di Roma il 5 gennaio del 2017, all’età di 84 anni. 

 

26/10/2017