Winston Churchill 

 

Un ritratto di Winston Churchill (1874-1965). Modello universale di statista e stratega bellico, nonché uomo di profonda cultura, è annoverato tra i grandi protagonisti della storia occidentale. 

 

Winston Leonard Churchill nasce il 30 novembre del 1874 a Blenheim Palace, nell'Oxfordshire. La madre, l'americana Jesse Jerome, è figlia del proprietario del New York Times, mentre il padre, Lord Randolph Churchill, è un autorevole esponente del partito conservatore.

A scuola il giovane Churchill non è certo un allievo modello: ha una predilezione per la letteratura, ma non ama il latino, il greco e la matematica. Arrogante e disubbidiente con i compagni e con i professori, termina gli anni dell'impegno scolastico fra classi di recupero e lezioni private. Nel 1893 viene ammesso all'Accademia militare di Sandhurst grazie all'influenza del padre, che era stato Ministro dell'India e che lo indirizza alla carriera militare, perché lo ritiene poco intelligente e non abbastanza dotato per diventare avvocato. 

Nel 1895 Churchill entra nel Quarto Ussari, uno dei reggimenti più prestigiosi dell'esercito vittoriano. In India, dov'è di stanza il reggimento, inizia la sua attività di giornalista inviato di guerra, che lo interessa molto di più della carriera militare. Racconta il conflitto fra le tribù Pathan e l'esercito britannico nel nordovest del paese, ed è un cronista sui generis perché alle grandi abilità di scrittore unisce le competenze militari.

Nel settembre del 1898 è in Sudan, dove partecipa alla battaglia dell'Ondurman nel basso Nilo. L'esercito anglo-egiziano combatte contro i Dervisci e Churchill è con gli Ussari che vincono la guerra per il controllo della regione. Anche allora lavora come inviato per alcuni autorevoli giornali inglesi. L'anno dopo è in Sudafrica per raccontare in prima persona la guerra anglo-boera. Ormai ha lasciato l'esercito e si dedica esclusivamente al giornalismo e alla politica.

Nel 1900 Churchill entra in Parlamento come rappresentante del partito conservatore per il collegio di Oldham, e da allora la sua carriera politica non conosce esitazioni o rallentamenti. Nel 1904 lascia il partito Tory e si unisce ai liberali, che vincono le elezioni nel 1905 e lo propongono come sottosegretario al Ministero delle Colonie. Nel 1908 entra nel Governo come Ministro del commercio e nel 1910 è Ministro degli Interni. Attua una serie di riforme in campo sociale e diventa uno dei politici più popolari della Gran Bretagna. Ma la sua fama cresce anche in Parlamento: Churchill è un grande oratore, prepara i suoi interventi meticolosamente e quando parla calamita l'attenzione di sostenitori e avversari.

Nel 1911 diventa Primo Lord dell'Ammiragliato, in pratica Ministro della Marina. In piena guerra mondiale torna al governo come Ministro dei Rifornimenti e dal 1919 al 1921 è Segretario di Stato per la guerra e per l'aria; è in questo periodo che entra in conflitto con autorevoli esponenti del partito liberale. A differenza di molti, Churchill è convinto che occorra stroncare la rivoluzione bolscevica e che contro il comunismo si debba usare la forza. Dal 1921 è Ministro delle colonie ed è uno dei maggiori sostenitori della causa sionista in Palestina. Nel 1924 lo scontro con il suo partito arriva al culmine: Churchill lascia il partito liberale per tornare nello schieramento dei conservatori e viene nominato Cancelliere dello Scacchiere. Nel 1926 Churchill dichiara che Mussolini è il più grande legislatore vivente. È un'ammirazione che non verrà mai meno, anche quando i destini della Seconda guerra mondiale separeranno l'Italia e la Gran Bretagna.

Nel 1939, allo scoppio del conflitto, Churchill è Primo Lord dell'Ammiragliato. Nel maggio del 1940, con le dimissioni di Neville Chamberlain, diventa Primo Ministro. È un convinto avversario della politica dell'appeasement, sostenuta da Francia e Inghilterra negli anni Trenta per fermare l'espansionismo hitleriano con concessioni territoriali. Erano in molti a pensare che il Trattato di Versailles, con cui si concluse la Prima guerra mondiale, avesse imposto alla Germania condizioni ingiuste e che occorresse rivederlo per soddisfare le legittime aspirazioni dei tedeschi. Al contrario, Churchill ritiene che i paesi europei abbiano sottovalutato la minaccia tedesca e che ormai non sia possibile evitare il conflitto con Hitler. È allora che Churchill fa della resistenza inglese una battaglia per l'identità, per la sopravvivenza e per la difesa della democrazia nel mondo. Promette agli inglesi “lacrime sudore e sangue” e diviene il simbolo di un paese che non viene piegato dalla potenza bellica del nazismo. Nel 1940 la battaglia d'Inghilterra vede la vittoria della RAF, la Royal Air Force, che ha respinto gli aerei tedeschi della Lutwaffe, e ha impedito l'invasione sul suolo britannico. 
Nel 1945, nonostante abbia portato il paese alla vittoria, e nonostante sia uno dei leader politici più popolari del mondo, Churchill perde le elezioni e cede il governo ai laburisti. Gli inglesi gli preferiscono il laburista Attlee, sostenitore del Welfare State e dell'adozione di politiche assistenziali che possono traghettare il paese fuori dalla crisi postbellica e avviare la ricostruzione. Ma anche se è lontano dal governo, Churchill resta al centro della politica inglese. È uno dei più autorevoli sostenitori della Guerra Fredda e, con il Presidente americano Truman, uno dei più convinti anticomunisti dell'Occidente.

Nel 1951 torna alla guida del paese. Due anni dopo vince il Premio Nobel per la Letteratura. Il suo libro più noto, “La Seconda Guerra Mondiale”, resta ancora oggi una delle migliori opere fra quelle che spiegano le cause, le dinamiche e gli esiti del conflitto mondiale.

Nel 1955 lascia la guida del governo e la politica attiva. Si spegne a Londra, il 24 gennaio del 1965.