La Breccia di Porta Pia

 

 

Il 20 settembre del 1870, dopo cinque ore di fuoco, l'esercito del Regno d'Italia, guidato dal generale Raffaele Cadorna, aprì un varco di 30 metri nelle mura Aureliane, accanto a Porta Pia. Attraverso questa breccia entrarono per primi nella città capitolina i bersaglieri, che al suono delle fanfare gridavano “W l’Italia!”. 

 

Era martedì 20 settembre 1870 quando a Porta Pia, davanti alla forza di 50 mila uomini - tra i quali il noto scrittore Edmondo De Amicis - lo sparuto esercito pontificio - composto dagli zuavi, volontari in maggioranza di origine francese, belga e olandese - non poté nulla. Poche ore dopo, infatti, sulla cupola di San Pietro fu issata "bandiera bianca" in segno di resa.

 

Per le strade e ai balconi, invece, fu un tripudio di tricolori sventolati dai cittadini per salutare l'annessione di Roma all'Italia unita, di cui la stessa sarebbe divenuta Capitale l'anno successivo. L'episodio segnò la fine del potere temporale dei papi, difeso con le unghie fino all'ultimo da Pio IX, che aveva opposto un secco “non possumus” alla proposta conciliante avanzata dal re Vittorio Emanuele II.

 

Perso il prezioso alleato francese, impegnato nella guerra con la Prussia, il pontefice era rimasto da solo a difendere i propri domini, e dopo la "presa della città" si rifiutò di accettare qualsiasi accordo, compresa la Legge delle Guarentigie, promulgata nel maggio del 1871 e rimasta in vigore fino ai Patti Lateranensi del 1929.

 

L'atto formale di annessione della città al Regno avvenne il 2 ottobre del 1870, con il referendum che raccolse un plebiscito di "sì" al quesito “Vogliamo la nostra unione al Regno d'Italia, sotto il governo del re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori”.

 

Il resto è Storia.