Roberto Rossellini

 

 

Un ritratto di Roberto Rossellini (1906-1977): regista di opere che hanno scritto la storia del cinema italiano, con Vittorio De Sica e Luchino Visconti completa la triade dei maestri del neorealismo cinematografico. 

A lui il III Municipio della Capitale ha dedicato una via nel quartiere Talenti. 

 

 

Roberto Rossellini, uno dei padri nobili del cinema contemporaneo, nasce l’8 maggio del 1906 in una famiglia dell’alta borghesia romana. Fin da giovane coltiva uno sviscerato amore per il cinema, riuscendo a lavorare nel campo in ruoli tecnici. Questa esperienza gli fornisce una prima formazione globale che poi approfondirà al fianco di Goffredo Alessandrini, uno dei più famosi registi italiani degli anni Trenta.

Il giovane Rossellini lavora come aiuto-regista in “Luciano Serra Pilota”, un block-buster dell’epoca, con Amedeo Nazzari. Passato a sua volta alla regia dirige tre film di guerra, tra i quali il più apprezzato resta “La nave bianca” (1942). Intanto, dopo un breve matrimonio con la celebre diva di origine russa Assia Noris, il futuro maestro del cinema si risposa con Marcella De Marchis. I suoi migliori amici in questo periodo sono famosi personaggi del cinema italiano come Aldo Fabrizi e Federico Fellini.

Nel 1943, durante il crollo del regime fascista, Rossellini comincia le fortunate riprese di “Roma Città Aperta”. Il film corale, interpretato fra gli altri dalla straordinaria Anna Magnani - con la quale inizia una relazione - e da Aldo Fabrizi, racconta l’angoscia e la speranza dei romani durante l’occupazione tedesca della città. Autoprodotto, girato su pellicola scaduta, con pochi mezzi e molti attori non professionisti, “Roma Città Aperta” si rivela un successo “epocale”, attirando l’attenzione del pubblico mondiale sulla società italiana che rinasce dalle ceneri della guerra e della dittatura.

I successivi “Paisà” (1946) e “Germania Anno Zero” (1948) sono ancora oggi considerati capisaldi del cinema neorealista italiano, oltre che del cinema di ogni tempo.

Rossellini è ormai stimato come un maestro del cinema a livello internazionale. La bellissima Ingrid Bergman, dopo aver visto in America “Roma Città Aperta”, scrive al regista affascinata, proponendosi per una collaborazione. I due cominciano così una relazione che si rivela un grande scandalo per l’epoca, essendo entrambi sposati: il primo figlio Robertino, e poi le gemelle Isabella e Isotta, sono il frutto della loro unione.

Con l’attrice svedese Rossellini gira tre film: “Stromboli” (1950), “Europa 51” (1952) e “Viaggio in Italia” (1954). Quest’ultimo è forse il più famoso della trilogia dedicata dal regista alla sua “musa svedese”. Nella coppia di inglesi in profonda crisi coniugale che viaggia per l’Italia alla ricerca di una riconciliazione, è infatti possibile riconoscere le vicissitudini che la Bergman e il regista affrontavano nello stesso periodo.

Nel 1957 Rossellini compie uno storico viaggio nell’India di Nehru Gandhi che aveva appena riconquistato la sua indipendenza dalla Gran Bretagna. Girando un documentario e insegnando cinema Rossellini conosce Sonali Das Gupta, che successivamente sposerà adottandone il figlio Gil. Anche questa unione solleva un profondo scandalo, sia in India che in Italia.

Negli ultimi anni della sua carriera Rossellini si occuperà soprattutto di insegnamento, e svilupperà un peculiare progetto di didattica televisiva attraverso docu-fiction, il cui frutto migliore resta “La presa di potere di Luigi XIV” (1966), realizzata per la televisione francese.

Il grande maestro si spegne a Roma il 3 giugno del 1977, in seguito ad un attacco cardiaco. È sepolto nel Cimitero del Verano.

Salutato da tutti come un genio del cinema, al momento della morte ha nel suo palmarès numerosi Nastri d’argento, un premio a Cannes per “Roma Città Aperta” nel 1946 e un Leone d’Oro a Venezia nel 1961 per “Il generale Della Rovere” (1959), con Vittorio De Sica.