Dalida: il ritratto di un'icona - malinconica - della musica. 

 

Dalida, al secolo Yolanda Gigliotti, nasce il 17 gennaio del 1933 a Choubrah, in Egitto, da genitori italiani emigrati dalla Calabria.

La sua carriera nello spettacolo comincia nel 1954 quando vince il concorso per Miss Egitto. La notorietà la spinge a trasferirsi a Parigi, dove sceglie il nome d'arte che l'accompagnerà per tutta la carriera: Dalida.

Inizia a lavorare per Lucien Morisse - con cui avrà una relazione importante -  direttore di Radio Europe N° 1 e, dopo alcuni brani di un certo successo la sua notorietà comincia a crescere notevolmente.

Poi un periodo di esibizioni in Francia, Italia (Il Musichiere) e Egitto.

Il 1960 è un anno ricco di soddisfazioni. Vince infatti numerosi premi in tutta Europa. Eppure la sua profonda inquietudine comincia già a manifestarsi, tanto che pochi mesi dopo aver sposato Morisse, lo lascia per un altro amore: il pittore Jean Sobieski.

Dalida decide quindi di riscoprire le proprie origini italiane. Visita infatti Serrastretta, in provincia di Catanzaro, il paese d'origine della sua famiglia, diventandone cittadina onoraria.

Intanto la sua notorietà valica i confini del vecchio continente con una serie di concerti in Vietnam e in Canada. Ottiene dunque il divorzio da Morisse e conosce un nuovo compagno, Christian de la Mazière.

Nel 1964 vince il disco di platino (10 milioni di copie vendute). È la prima volta in assoluto per una donna. Diventa la cantante più amata in Francia e si cimenta persino come attrice in "Menage all'italiana" con Ugo Tognazzi.

Nel ‘66 arriva la svolta sentimentale e artistica: si innamora di Luigi Tenco. Inoltre, il fratello minore, Orlando, diventa il suo art director.

Insieme a Tenco, Dalida partecipa al Festival di Sanremo con "Ciao Amore Ciao". La stessa cantante fa pressione sull'organizzazione perché la canzone, che giudica bellissima, venga ammessa al festival. Eppure l'epilogo è quanto di più tragico si possa immaginare: "Ciao Amore Ciao" sarà eliminata e Tenco porrà fine ai suoi giorni sparandosi alla tempia.

Sarà lei a trovarlo senza vita nella stanza d'albergo.

Dalida è sconvolta e tenta il suicidio per la prima volta - ci proverà ancora due volte - ingerendo dosi massicce di farmaci.

Nel 1968 vince Canzonissima con "Dan Dan Dan" tra mille polemiche per una presunta votazione "politica" dovuta alla notorietà degli ultimi tragici avvenimenti.

Non è certo un buon periodo per lei, tanto che rinuncia persino a portare avanti una gravidanza. La sua carriera procede invece a gonfie vele tanto che si esibisce in Brasile, Argentina, Canada, Antille e Giappone.

Fa ancora parlare di sé nel 1969 grazie alla breve (ma scandalosa) storia sentimentale con un ragazzo italiano di 22 anni.

Nel 1970 Dalida, sempre alla ricerca di un suo equilibrio, tenta anche la strada della religione. Va in Nepal per studiare il credo indù.

Non riesce tuttavia a sottrarsi alla spirale di morte che la circonda: l'11 settembre si suicida l'ex marito Lucien Morisse e l'anno dopo perde sua madre.

Il successo continua inarrestabile e la sua carriera artistica non risente minimamente del suo disagio interiore. Nel 1972 Dalida decide di sposare un'altra causa persa legandosi sentimentalmente a Richard Chambray, considerato da molti non del tutto sano di mente.

Negli anni seguenti vince ancora innumerevoli premi (Oscar della canzone, Dischi D'oro e Dischi di Platino) confermandosi una star internazionale di livello assoluto.

Eppure nel 1977 tenta ancora il suicidio, ma fortunatamente senza successo.

Nel 1980 lascia Richard Chambray.

Giunge, l'anno dopo, ai suoi 25 anni di carriera. All'Olympiail riceve un Disco di Diamante per i suoi 86 milioni di dischi venduti in tutto il mondo (38 dischi d'oro).

Ma la morte, che da sempre l'accompagna e che continua a mietere vittime intorno a lei (anche l'ex Richard Chambray si suicida) alla fine la raggiunge.

C'è tempo per un ultimo film girato nella sua amata terra natia (Le Sixième Jour di Youssef Chahine). Infine, il 3 maggio del 1987 l’ultimo atto.