L’attentato a Giovanni Paolo II

 

 

 

Il 13 maggio del 1981 Karol Wojtyla viene ferito in Piazza San Pietro dai colpi di pistola sparati da Alì Agca. Una vicenda che, a 40 anni di distanza, malgrado i processi che si sono celebrati, mantiene contorni ancora oscuri. 

 

 

 

Mercoledì 13 maggio 1981 il mondo trema per Papa Giovanni Paolo II ferito in un attentato. Ad oggi non è dato sapere chi abbia armato la mano dell’attentatore. Tuttavia tra le ipotesi ha preso sempre più vigore quella che interpreta l’attentato come un tentativo di porre termine a un papato “destabilizzante degli equilibri internazionali”.

 

Ma facciamo un passo indietro, e ricostruiamo i fatti.

 

Sono le 17,19: durante la consueta udienza settimanale papa Wojtyla a bordo di una jeep bianca sta benedicendo la folla radunata in Piazza San Pietro, quando un uomo mescolato ai fedeli gli spara due colpi di pistola colpendolo al torace. È il caos.

Il killer è Mehmet Alì Agca, un terrorista turco di estrema destra poco più che ventenne.

Il pontefice si accascia sorretto dalle guardie del corpo: è gravemente ferito ma ancora vivo. Giovanni Paolo II viene immediatamente ricoverato al Policlinico Gemelli e operato d’urgenza. Dall’intestino vengono estratti due proiettili. Nel frattempo Alì Agca viene arrestato.

Si ipotizza un collegamento con i “lupi grigi”, e non si esclude un complotto dei servizi segreti di alcuni paesi dell’Est. Ma, a tutt’oggi, a distanza di oltre 35 anni, molti interrogativi sono ancora privi di risposta.

 

Nel corso degli anni a complicare maggiormente il quadro dell'inchiesta ha contribuito lo stesso Agca, che ha fornito versioni contraddittorie dei fatti, collegando anche la sua detenzione alla sparizione di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nella Capitale il 22 giugno del 1983 e mai più ritrovata.

Ad oltre due anni e mezzo dall'attentato, il 27 dicembre del 1983, Giovanni Paolo II ha voluto incontrare in carcere Alì Agca, perdonandolo per quanto aveva compiuto.

 

La grazia, per il giovane turco, è stata invece concessa nel 2000 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ali Agca è stato quindi estradato dall'Italia e condotto nel carcere turco di Kartal, dove ha finito di scontare la pena di dieci anni di reclusione per aver partecipato all’organizzazione dell'omicidio del giornalista Abdu Ipekci, direttore del quotidiano liberale Milliyet, avvenuto il 1° febbraio del 1979.

Nel dicembre del 2014, infine, l'ex “lupo grigio” ha voluto rendere omaggio alla tomba di Giovanni Paolo II, divenuto nel frattempo Santo - beatificato dal suo successore Benedetto XVI, il 27 aprile 2014 è stato proclamato Santo da Jorge Mario Bergoglio - chiedendo inoltre di essere ricevuto da Papa Francesco.  

L'uomo però è stato fermato per un controllo dei documenti nell'Ispettorato vaticano ed espulso dall'Italia, dal momento che vi era entrato senza un regolare visto.