Buon compleanno Patty Pravo: i primi 70 anni della "ribelle" della musica italiana.
La carriera di un’interprete raffinata e trasgressiva. Il ritratto di una leggenda vivente. Patty Pravo: il simbolo di un’epoca.
Patty Pravo, al secolo Nicola Strambelli, veneziana, classe 1948 (è nata il 9 di aprile), ha alle spalle cinquant’anni di sfolgorante carriera e 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. La sua storia è un viaggio nella musica e nello spettacolo.
Secondo il giornalista Vincenzo Mollica: “Ha una classe innata: è il dono dell’arte. Rare cantanti hanno avuto il privilegio di interpretare da subito tutto quello che volevano: lei ha saputo sempre tirar fuori da ogni canzone il quadro giusto.” Quanti la conoscono, la amano, e hanno lavorato con lei dicono che è “Un diamante con mille sfaccettature. La Divina per eccellenza, una donna fatale!”. Da Ragazzo triste (1966) a Se perdo te (1967), da Qui e là (1967) a Non andare via (1970), da Tutt’al più (1970), a Non ti bastavo più (1971). Non solo una cantante ma una interprete originale, che unisce alla perfezione la tecnica e la messa in scena intensa dei personaggi e delle canzoni che interpreta.
Quando negli anni ’60 debutta al Piper di Roma, pochi immaginavano che quella ragazza sarebbe diventata una delle regine della musica italiana. Fin dal suo debutto si impone sulla scena musicale come l’idolo trasgressivo dei giovani italiani, una possibile icona per la generazione Beat.
Il 1968 è un anno importante: è l’anno della grande contestazione e Patty Pravo incide per la casa discografica RCA “La Bambola”, arrivata come un ciclone durante quell’estate. Il pezzo è subito un successo da un milione e mezzo di copie che proietta Patty Pravo nell’olimpo della canzone italiana. Nello stesso anno, a Canzonissima, la cantante si presenta sul palco con “Sentimento”. Dopo questo pezzo che la porta in finale, per Patty Pravo iniziano a scrivere i più grandi autori italiani e stranieri. Attraverso la sua voce parlano Battisti e Mogol, Gino Paoli e Riccardo Cocciante, Vinicius de Morales e molti altri. Ma sembra che questo a lei non basti. La cantante ritorna al pop e questa volta si circonda di giovani collaboratori come Dossena, Ullu e Monti e con loro nasce una canzone che farà epoca: “Pazza Idea” (1973).
Nel 1976 esce l’album Biafra ma si rivela un clamoroso fiasco. Due anni più tardi (1978) rompe il silenzio e torna alla ribalta a modo suo: con “Pensiero Stupendo” di Ivano Fossati e Oscar Prudente. Dall’arrivare in RCA con un testo a vedere il disco al primo posto in classifica passano “forse”dieci giorni.
Incassato il successo straordinario di “Pensiero Stupendo”, Patty Pravo esplora il territorio del rock puro: con lei collaborano Paul Jeffrey e Paul Martinez, entrambi suoi compagni di vita. Questo è il periodo in cui la cantante è lontana dall’Italia e viene considerata una stella sul viale del tramonto. Ma il 1984 è l’anno della nuova resurrezione. Sale sul palcoscenico del Festival di Sanremo con il pezzo “Per una bambola”.
Eppure dopo questa presenza a Sanremo gli anni a venire passano senza lasciare traccia ed ogni nuova apparizione sembra sempre più effimera. Nel 1995 Patty Pravo torna sul palco dell’Ariston con la canzone “I giorni dell’ armonia” senza però ottenere nessun importante premio.
È il 1997. La cantante decide ancora una volta di tornare sulle scene di Sanremo con una canzone scritta da Vasco Rossi, dal titolo “E dimmi che non vuoi morire” che vince il premio della critica. “Questa canzone è come un vestito cucito addosso a Nicoletta” ha raccontato poi il compositore Gaetano Curreri, coautore del testo.
Nel 2002 Patty Pravo partecipa nuovamente a Sanremo con la canzone “L’immenso”. Nel febbraio 2009 si è presentata ancora al Festival, con la canzone “E io verrò un giorno là” scritta per lei dal giovane autore Andrea Cutri. Contemporaneamente è uscito il suo nuovo album intitolato “Live Sold Out” che, oltre ai più grandi successi live di Patty Pravo, contiene anche la canzone presentata a Sanremo.
Torna a Sanremo nel 2011, con il brano "Il vento e le rose".
A Sanremo 2016 vince il Premio della Critica “Mia Martini” con il brano Cieli immensi, una ballad melodica firmata da Fortunato Zampaglione, inserito nell’album “Eccomi” - il suo 26° disco - con cui festeggia i cinquant'anni di carriera.
9/4/2018