PIAZZA VENEZIA



[La Storia in una Piazza

 

Piazza Venezia: uno spazio di poche centinaia di metri quadrati testimone di innumerevoli eventi storici, come il passaggio dal fascismo alla democrazia e la firma dei Trattati di Roma del 1957, solo per citarne alcuni. Una grande scenografia che si estende intorno al colle del Campidoglio, percorsa ogni giorno da un numero imprecisato di romani e dai turisti in visita nella Città Eterna. Attraversiamola insieme...

 

Ai piedi del Campidoglio si distende in maniera imponente ed elegante Piazza Venezia, il luogo in cui si intersecano alcune delle strade più importanti del centro di Roma: via dei Fori Imperiali, via del Corso e via del Plebiscito cominciano proprio da qui. Ma la piazza ha moltissimi altri motivi per essere visitata e ammirata. Piazza Venezia è infatti il centro topografico di Roma, l'anello di congiunzione tra le varie epoche storiche della città, tra la Roma delle origini e quella dei Papi e allo stesso tempo è la prima piazza di Roma Capitale; la prima piazza dove viene sperimentata l'illuminazione a gas e la prima ad essere servita dall'omnibus a cavalli.

Anche la storia d’Italia più recente passa attraverso questi marmi e questi mattoni, visto che proprio qui, più precisamente dal balcone di Palazzo Venezia, Benito Mussolini ha pronunciato i propri discorsi. In merito sono indimenticabili le immagini di repertorio che ci tramandano una piazza gremita che ascolta l’annuncio della nascita dell’Impero nel 1936, e la dichiarazione di guerra del giugno 1940.

La piazza dunque è situata alle spalle del Campidoglio, nel punto dove si incontrano, come già detto, via del Corso e via dei Fori Imperiali. Ai suoi lati stanno Palazzo Venezia, Palazzo Bonaparte, il Palazzo delle Generali, ma soprattutto la mole grandiosa del Monumento a Vittorio Emanuele II, conosciuto anche con il nome di Vittoriano; il monumento che glorifica la raggiunta Unità nazionale e che fa da altare alle cerimonie dello Stato.

La sua costruzione inizia nel 1885 - il 22 marzo 1885 il Re Umberto I pone la prima pietra - su progetto di Giuseppe Sacconi, e termina nel 1911 ad opera degli architetti Koch, Manfredi e Piacentini. Rimodellato nel 1921 per accogliere la tomba del Milite Ignoto - ossia le spoglie di un soldato italiano sconosciuto caduto nella Prima Guerra Mondiale - è chiamato Altare della Patria. Una scalinata conduce al primo ripiano, al centro del quale, in un'edicola, si trova la statua della Dea Roma fiancheggiata da due bassorilievi, il Trionfo dell'Amor Patrio e il Trionfo del Lavoro. Due scalee laterali salgono alla statua equestre di Vittorio Emanuele II, in bronzo, che sorge sopra una base dove sono rappresentate le principali città d'Italia. La statua, opera di Enrico Chiaradia e Emilio Gallori, è alta e lunga 12 metri, con la figura del sovrano 16 volte più grande del naturale e con un peso complessivo di 50 tonnellate circa. Più in alto si leva un portico di 16 colonne, sormontato da 16 statue delle Regioni d'Italia e lateralmente da due quadrighe bronzee, dell'Unità a sinistra e della Libertà a destra.

La realizzazione del monumento tuttavia non ha mancato di suscitare forti polemiche, legate soprattutto al fatto che, nel costruirlo, non si è tenuto sufficientemente conto dell'ambiente in cui il monumento stesso sorge, ossia vicinissimo al Campidoglio e al Foro Romano non lontano dal Colosseo, in pratica nel cuore di Roma. Secondo la critica, infatti, il contesto avrebbe dovuto suggerire scelte architettoniche diverse, più a "misura d’uomo". 

Una “misura” che oggi - chiosando - la città di Roma ha, purtroppo, quasi irrimediabilmente perduto.