Storia della DC 

 

Il partito della società italiana 

 

Per oltre cinquant’anni la politica e la storia del nostro Paese sono state determinate e guidate da un grande partito politico di massa: la Democrazia Cristiana. Una vicenda politica, la sua, densa e complessa, che si è intrecciata senza soluzione di continuità con le storie personali di personaggi come Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Amintore Fanfani. Grandi leaders impegnati nella difficile gestione di un’organizzazione politica troppo spesso camaleontica e contraddittoria, in seguito precipitata in caduta libera all’interno di una profonda crisi di identità.  

 

Nella storia dell’Italia repubblicana, la Democrazia Cristiana ha occupato un posto di grande rilievo. Partito di governo fin dai primi momenti, forza politica di maggioranza relativa dalle elezioni del 1946 a quelle del 1992, la DC è stata al centro del sistema politico italiano fino al suo dissolvimento nel 1994.

Questo partito ha segnato profondamente la storia italiana dall’immediato dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Ha svolto un ruolo decisivo nella costruzione della società italiana uscita dal fascismo, con le sue scelte politiche interne e internazionali, con le sue indicazioni economiche e finanziarie. Anche dopo essere stata travolta da vasti cambiamenti, la DC ha continuato a rappresentare una “assenza” ingombrante nella vita politica italiana. Più di altri partiti, la DC è stata infatti capace di adattarsi a molte, diverse e contraddittorie articolazioni della società, dal centro alla periferia, dal Nord al Sud, dalle classi dominanti ai settori marginali.

È su questa base che la DC, tante volte definita il partito della Chiesa o il partito dello Stato, è riuscita a tenere uniti settori tanto diversi della società italiana durante gli anni della “modernizzazione”, ponendo così le premesse per presentarsi sempre più come il “partito della società italiana”. Ma declinando progressivamente gli elementi portanti del suo disegno politico, quello che è stato a lungo il partito italiano per eccellenza è entrato in crisi, fino alla conclusione della sua lunga parabola.

La sua scomparsa, al di là di cause contingenti, ha coinciso infatti con l’esaurimento di quel patto nazionale e di quel patto sociale che le varie componenti della società italiana, pur con costanti modificazioni, avevano mantenuto in vita per quasi cinquant’anni.

Sta di fatto che la Democrazia Cristiana per molto tempo fece tutt’uno con il Paese, lo interpretò e lo incarnò, ne fu la guida ma soprattutto lo specchio. Lo accompagnò verso il suo nuovo destino: la democrazia, il miracolo economico, la società industriale, la secolarizzazione, il consumismo.

Fu l’espressione della gente comune che, di elezione in elezione, liberamente la votò facendone la prima forza politica del Paese. Si mise a cavallo tra l’onda possente delle sue trasformazioni e il riflusso verso alcune sue più ataviche abitudini.

Fu insomma il riassunto più fedele dell’Italia com’era, com’era stata e come stava diventando