Tina Pica

 

Un ritratto di Tina Pica (1884-1968): l’inconfondibile voce roca e il piglio un pò burbero l’hanno resa una delle attrici più simpatiche e popolari del cinema italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Il III Municipio di Roma le ha intitolato una strada nel quartiere Serpentara

 

Tina Pica, il cui vero nome è Concetta, nasce a Napoli, più precisamente vicino al Borgo Sant’Antonio Abate, il 31 marzo del 1884.

È la secondogenita di tre figli - i suoi fratelli si chiamano Anna e Francesco - di Giuseppe Pica e Clementina Cozzolino, entrambi attori. Suo padre è capocomico e con la sua compagnia viaggia per tutte le zone della Campania, riscuotendo anche un discreto successo rappresentando drammi strappalacrime e commedie.

Ed è così che, con il teatro nel sangue, Tina Pica debutta a soli sette anni al Teatro San Ferdinando, dove Federico Stella la vuole per prendere parte allo spettacolo “Il cernaio della ferrovia”.

In seguito Tina Pica prenderà parte ad alcuni spettacoli popolari e a quelli messi in cartellone dalla sua famiglia, che le riserva i ruoli più commoventi.

Ma un giorno accade che il padre, ormai anziano, non si sente bene e non può andare in scena; così la giovane Tina si offre di sostituirlo per interpretare il ruolo di Don Anselmo Tartaglia. Ma papà Giuseppe non glielo permette, vietandole di incarnare quel personaggio che sente quasi esclusivamente “suo”: Tina disubbidisce e ottiene un grande successo. Da questo momento molti sono i ruoli maschili che incarna sul palcoscenico aiutata anche dal suo fisico asciutto, snello e dalla sua ineguagliabile e distintiva voce bassa, cavernosa, potente: quasi fosse uno scherzo.

Infatti Tina Pica ricopre il ruolo di Amleto in una versione napoletana dell’omonimo dramma, e crea una compagnia tutta sua al Teatro Cabiria di Bagnoli.

Pian piano la giovane Concetta si fa largo nel mondo del teatro, ma si avvicina anche al cinema che proprio in quegli anni furoreggia a Napoli. Qui, infatti, sorgono alcune delle più importanti case di produzione cinematografica che hanno nomi come “Lombardo Film” (la futura e odierna “Titanus”), la “Astra Film”, la “Cabiria Film”, la “Tirrenia Film” e moltissime altre dalla vita più o meno breve. Ma tra le più importanti vi è la “Dora Film” appartenente alla prima regista donna italiana: Elvira Notari. Diretta da quest’ultima Tina Pica prende parte a due film nel 1916, “Carmela, sartina di Montesanto” e “Ciccio, il pizzaiolo del Carmine”, che segnano definitivamente il suo debutto nel mondo del cinema.

Tina Pica inizia quindi a dividersi fra le tavole del palcoscenico e i set cinematografici, seppur rimanendo sempre più affezionata allo spettacolo dal vivo. Le sue successive apparizioni cinematografiche risalgono agli Anni Trenta quando partecipa, nel 1934, a “Cappello a tre punte” di Mario Camerini e, nel 1937, a “Fermo con le mani”, di Gero Zambuto, accanto a Totò.

Ma il suo interesse per il Teatro è totale tanto da scrivere, creare e tradurre in napoletano testi teatrali - come accade per “San Giovanni decollato” di Nino Martoglio - e da assumere la direzione del Teatro Italia di Napoli.

Gli anni Trenta segnano anche l’inizio del sodalizio teatrale con i fratelli De Filippo entrando a far parte della “Compagnia Teatro Umoristico I De Filippo”. Profonda è l’ammirazione, la stima e la collaborazione con Eduardo il quale scrive e immagina appositamente per Tina Pica i suoi personaggi: una sorta di teatro “ad personam”. Con questa prestigiosa Compagnia debutta in “Natale in Casa Cupiello”, dove interpreta Concetta, la moglie di Lucariello (ruolo che poi verrà incarnato anche da Pupella Maggio e Regina Bianchi).

Ma il lavoro con i De Filippo non è semplice: frequenti sono i litigi (soprattutto fra Eduardo e Peppino) e le prove spesso divengono insopportabili tanto che Tina Pica, stanca di questa continua tensione, decide di abbandonare la Compagnia. Decide di riprendere a lavorare con Eduardo nel 1945 per rimanere sino al 1947, prendendo parte alle recite di grandi spettacoli come “Filumena Marturano” e “Questi fantasmi”. Poi, nuovamente una prolungata separazione fino al 1954, quando Tina torna al fianco di Eduardo recitando in “Miseria e nobiltà”, prima dell’addio definitivo.

Questa volta “la mela della discordia” è il cinema. Tina Pica, infatti, chiede ad Eduardo un periodo di pausa per recitare nel film di Luigi Comencini - del 1953 - “Pane amore e fantasia” che la consacrerà al grande pubblico. Eduardo, già un po’ scontento, accetta. Avviene però che le riprese si protraggono più del previsto e quando Tina Pica torna a teatro Eduardo non la vuole perché: “ non gli sierve”. Così, l’attrice se ne va per sempre dal suo Teatro.

Ed è forse anche per questo che negli anni Cinquanta abbiamo modo di vederla in svariati film come “Carosello napoletano” (1954) di Ettore Giannini, “L’oro di Napoli” (1954) di Vittorio De Sica, “Pane, amore e gelosia (1954) di Luigi Comencini, “Le signorine dello 04” (1954) di Gianni Franciolini, “Il segno di Venere” (1955) di Dino Risi, “Destinazione Piovarolo” (1955) di Domenico Paolella, “Un eroe dei nostri tempi” (1955) di Mario Monicelli, “La nonna Sabella” (1957) di Dino Risi, “Il conte Max” (1957) di Giorgio Bianchi, “La nipote Sabella” (1958) di Dino Risi.

Per di più va sottolineato che i ruoli per Tina Pica vengono scritti e creati appositamente per lei, e che è la prima caratterista italiana ad avere il suo nome nel titolo del film (in quel periodo succedeva solo a Totò). Ed ecco allora film come “Mia nonna poliziotto” (1958) di Steno, “La sceriffa” (1959) di Roberto Bianchi, “La zia d’America va a sciare” (1958) e “La Pica sul Pacifico” (1959) di Roberto Bianchi Montero.

La sua ultima apparizione cinematografica è datata 1963, nel film “Ieri, oggi e domani” di Vittorio De Sica.

Nel 1967, rimasta vedova del suo secondo marito Vincenzo Scarano e senza figli, Tina Pica si trasferisce nella casa di un suo nipote, Giuseppe Pica, al Vomero, dove - tra religiosità e superstizione - si fa costruire una piccola cappella, ricavata da una piccolissima stanza, per poter pregare e conservare i suoi santini fino a quando si spegne, il 16 luglio del 1968, all’età di 84 anni.

Indimenticabile attrice, indimenticabile volto, indimenticabile voce: questa è stata Tina Pica per il cinema italiano, con quelle sue espressioni quasi sempre accigliate e con la sua - esplicita - volontà di avvicinarsi al sesso maschile.