Andy Warhol: il padre della Pop art. 

 

Il ritratto di un grande protagonista dell’arte del Novecento. 

 

Andy Warhol, ovvero Andrew Warhol, nacque a Pittsburg negli Stati Uniti, il 6 agosto del 1928, da genitori slovacchi. Dopo aver frequentato il Carnegie Institute of Technology della sua città natale ed aver conseguito la laurea, nel 1949, decise di trasferirsi a New York, dove iniziò a lavorare come grafico pubblicitario per famose riviste come: “Vogue”, “Harper’s Bazar” e “Glamour”.

Nel 1952 la Hugo Gallery, sempre a New York, ospitò la sua prima personale.

Alla ricerca di continue aspirazioni artistiche viaggiò molto in Europa e in Asia e, dal 1960, iniziò a realizzare i suoi primi dipinti con soggetto immagini pubblicitarie o eroi dei fumetti. Attraverso la tecnica della stampa serigrafia cominciò a riprodurre gli oggetti più comuni ed i volti dei personaggi più famosi, facendone delle “icone”, veri e propri simboli del suo tempo.

Lo strumento del suo successo fu la ripetizione: egli riproduceva su grosse tele la medesima immagine più volte alterandone i colori, sempre molto accesi, in questo modo egli riusciva a svuotarla completamente del proprio significato originario.

Attraverso le sue opere fu in grado di portare all’interno dei musei o nelle mostre più importanti, gli oggetti comuni della vita quotidiana elevandoli, come provocazione, al rango di opere d’arte, secondo le regole della Pop Art.

Andy Warhol decise, dunque, di proporsi come imprenditore dell’avanguardia creativa di massa fondando la celebre Factory, luogo che costituì un vero e proprio laboratorio collettivo per i giovani artisti newyorkesi.

Dal 1963, deciso a provare nuove forme di comunicazione, iniziò la sua avventura anche nel mondo del cinema, producendo due lungometraggi (Sleep ed Empire), ma senza mai abbandonare la pittura, continuando ad esporre a Parigi e New York.

Oltre al cinema, ad attrarlo fu anche il mondo della musica. Dopo aver fallito il tentativo di creare un proprio gruppo musicale, decise di finanziare il primo disco del nuovo gruppo rock dei Velvet Underground, dipingendo anche la celebre banana della copertina.

Nel 1964, per il Padiglione americano alla Fiera Mondiale di New York, realizzò l’opera Thirteen Most Wanted Men, seguita da un’esposizione presso l’Institute of Conemporary Art di Philadephia.

Costantemente attento alla comunicazione e ai suoi strumenti, fondò la rivista “Interview”, allo scopo di occuparsi di cinema, moda, arte e più in generale di cultura.

La fine degli anni Settanta lo videro sempre molto impegnato nel campo espositivo, soprattutto in Europa. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizzò una sua mostra di ritratti intitolata Andy Warhol: Portraits of the 70s. L’anno seguente divenne produttore della Andy Warhol’s TV, trovandovi un nuovo veicolo comunicativo.

Negli anni Ottanta Warhol fu nuovamente impegnato nelle manifestazioni artistiche e culturali più importanti, come la mostra d’arte moderna e contemporanea Documenta a Kassel, in Germania. Furono gli anni nei quali il suo interesse venne attratto dalla opere dei grandi maestri del Rinascimento italiano, tra le opere più celebri Last supper, ispirato all’Ultima cena di Leonardo. 

Morì improvvisamente all’età di 59 anni a New York, il 22 febbraio del 1987, a seguito di una semplice operazione chirurgica alla cistifellea.