L’appellativo di Divina dà la misura di ciò che ha rappresentato nel panorama musicale del Novecento. Considerata la più grande cantante lirica di tutti i tempi, Maria Callas ha conquistato i teatri di tutto il mondo con la sua voce inimitabile e la forza drammatica dei personaggi portati in scena.
Ripercorriamone la vita e la carriera.
Cecila Sophia Anna Maria Kalogeropoulos, questo era il suo vero nome, nasce a New York il 2 dicembre del 1923, qualche mese dopo il trasferimento dei genitori da Atene nella città americana. Il padre apre una farmacia e cambia il cognome in Callas. La piccola Maria e la sorella studiano pianoforte, per volere della madre. Ma nel 1937 la signora Kalogeropoulos si separa dal marito e porta via con sé, di nuovo in Grecia, le due figlie. Questo è il primo evento che segna la vita e il modo di sentire della giovane Maria. La Callas infatti rimane molto legata al padre e vive tutti i suoi anni greci con questa nostalgia.
La madre si rende conto che Maria è dotata di una voce particolare e la spinge a studiare anche canto. Ma per questo nascerà un conflitto fra le due: la giovane vuole infatti diventare dentista.
Dal 1942 al 1945 in Grecia, incoraggiata e introdotta dai suoi insegnanti, è un susseguirsi di interpretazioni di successo. Tra le altre opere, la Callas canta Cavalleria Rusticana di Mascagni, Fidelio di Beethoven e Tosca di Puccini. È proprio nel periodo greco della sua carriera, amatissima dal pubblico, che si guadagnerà l'appellativo di Divina. Ma appena finisce la guerra, nel 1945, Maria si imbarca verso New York, per raggiungere quello che ha sempre definito il suo “babbino caro”, dall'opera Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.
Mentre in Grecia Maria era già una piccola celebrità, negli Stati Uniti deve ricominciare da capo. Per pagarsi le lezioni di canto fa la baby-sitter. Il caso vuole che Maria badi al figlio di un amico del famoso direttore di orchestra Arturo Toscanini. Proprio attraverso Toscanini la cantante ottiene la sua prima scrittura da protagonista. Parliamo della Gioconda di Ponchielli, all'Arena di Verona nel 1947. A Verona la cantante incontra anche quello che sarà suo marito e pigmalione, Battista Meneghini. Meneghini è un ricco industriale amante della musica; dal giorno in cui conosce la Divina se ne innamora perdutamente e inizia a prendersi cura di lei. L'industriale abbandonerà anche la professione per questa causa.
Nel ‘48 Maria Callas è a Firenze dove canta la Norma di Bellini, opera che, con l'aria Casta Diva, rimarrà per sempre il suo cavallo di battaglia. Ma la
svolta avviene nel '49 con il ruolo di Elvira nei Puritani di Bellini, dove sostituisce il soprano Margherita Carosio al teatro la Fenice di Venezia. Un successo
memorabile che consacra la nascita della nuova stella della lirica. In quello stesso anno la Callas dice sì alla richiesta di matrimonio di Battista Meneghini. Il marito le farà anche
da agente. La Callas trova in lui un altro padre, la famiglia che non ha mai avuto.
La folgorante carriera della Callas ha preso il via. Il soprano inaugura la stagione lirica della scala di Milano nel 1951 con i Vespri Siciliani di Verdi, un successo strepitoso, e continuerà così, su quella scia, interpretando Norma, Lucia di Lamermoor, Tosca e Madama Butterfly. Alla nuova stella del firmamento lirico si aprono anche i battenti della discografia: la EMI le offre un contratto favoloso. Quelle incisioni renderanno immortale la voce della Divina.
A dicembre del 1954 canta nel La Vestale di Spontini, con il regista Luchino Visconti. Due anni dopo canta la Norma, al Metropolitan di New York: è un assoluto trionfo. Il '57 invece è un anno che segna una svolta negativa nella storia artistica della Callas. Si comincia a parlare di lei come di una diva infantile e capricciosa.
Per la prima volta è all'Opera di Roma, in scena la Norma, ma dopo il primo atto la cantante non si presenta più in scena.
Non è una serata qualunque: tra gli spettatori c’è anche il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi. E proprio quella sera in prima fila, c’è la temutissima pettegola di Hollywood, la giornalista Elsa Maxwell. Dapprima la giornalista coglie l'occasione per dare addosso alla Callas stigmatizzandola come diva nevrotica. La Maxwell infatti è una sostenitrice della Tebaldi, il soprano più amato da Toscanini e rivale storica della cantante greca. Ma in un secondo tempo la giornalista, grazie a una manovra di seduzione della Callas, diventa una sua grande amica.
Nel 1957 Elsa Maxwell presenta a Maria, in una festa al Danieli di Venezia, l'uomo che qualche anno dopo diventerà l'unica sua passione: Aristotele Onassis. Ma in quel periodo si conferma la fama di diva capricciosa. Si dice che la Callas litighi con i direttori dei teatri, soprattutto per motivi di denaro. Il divismo della Callas inizia ad allontanare anche una parte del pubblico.
È il 1959: Maria e il marito vengono invitati in barca da Aristotele Onassis. Onassis è l'uomo più ricco del mondo, considerato un collezionista di donne famose. Sul suo panfilo
“Christina” c’è il gotha internazionale: Churchill, i principi di
Monaco, gli Agnelli. Per Battista Meneghini è la fine: al termine della crociera la moglie e l'armatore greco si amano. Alla fine dello stesso anno Maria vuole la
separazione. Ma è proprio a quella passione che i più imputano la causa del declino della cantante. L'amore con Onassis sarà costellato da tradimenti, litigi, gelosia: la Callas ne
soffrirà terribilmente e con lei la sua voce e la sua carriera. Il magnate greco la tiene lontano dalle scene, le promette un matrimonio, che poi non le concederà mai. Sono dieci anni di
amore tumultuoso e appassionato che offuscano lo splendore della Divina.
Gli anni del declino sono indicati fra il 1958 e il 1968. La Callas in quel periodo lascia le scene per dedicarsi all'uomo che l'ha travolta. Si concede solo nel '65, grazie a Zeffirelli, e canta al Covent Garden la Tosca. Poi nell'ottobre del '68 il duro colpo. Onassis annuncia il suo matrimonio con Jacqueline Kennedy e
la Callas lo apprende dai giornali. Da lì a poco sarà ricoverata in un ospedale di Parigi. Troppi psicofarmaci dicono. Per Maria comincia l'atto finale. La cantante cerca disperatamente una via
d'uscita dal dolore e un rilancio professionale. Nel 1969 si lancia nella carriera cinematografica. Gira Medea con la regia di Pier Paolo Pasolini, che ottiene un successo di critica ma non di pubblico.
La leggenda artistica della Callas tramonta definitivamente con una tournée nel '73, l’ultima che la cantante tiene con Giuseppe Di Stefano. Critica e pubblico sono concordi: l'esibizione dei due
cantanti è un fallimento. Durante quella tournée la Callas ha bisogno anche di un nuovo amore e per questo nasce una relazione proprio con il suo compagno di scena, Di Stefano. L’11 novembre 1974
l’ultimo concerto della tournée segna anche la fine del rapporto tra i due artisti. Ma Maria Callas non è che l’ombra di quel soprano divino che faceva delirare le folle. L'estensione vocale, il
colore e la vibrante tonalità sono ormai quasi sparite.
I suoi ultimi anni si consumano a Parigi. La Callas vive completamente isolata nella città francese e proprio qui, nel 1975 muore il suo unico amore: Aristotele Onassis. Il magnate greco non supera un banale intervento. Due anni dopo il 16 settembre del 1977, a soli 54 anni, anche Maria Callas muore nel suo appartamento in circostanze oscure. Che la sua morte sia stata desiderata da qualcuno? O semplicemente la voce del secolo non aveva più voglia di cantare e di vivere? Si è trattato di suicidio o di abuso di farmaci dovuto alla depressione? Le cause della sua fine non sono mai state chiarite ma l’unica cosa certa, a quanto affermano le testimonianze, è che Maria Callas, dopo il termine dell’amore con Onassis, non volesse più vivere.