Riccardo Bacchelli 

 

 

Un ritratto di Riccardo Bacchelli (1891-1985): scrittore e drammaturgo, nonché ispiratore della nota legge che ha istituito un fondo di sussistenza per cittadini illustri che versino in stato di indigenza.

Il III Municipio di Roma gli ha dedicato una via.    

 

La sua vita e la sua opera si estendono per quasi tutto il Novecento. Per coloro che le hanno seguite, i ricordi più vivi sono quelli delle interminabili puntate dello sceneggiato tratto dal suo romanzo-saga Il mulino del Po, con un corrucciato Raf Vallone e l’acre bellezza di Ornella Vanoni.

Riccardo Bacchelli è nato a Bologna il 19 aprile del 1891 primo di tre fratelli e una sorella. Il padre Giuseppe, liberale e amministratore della città, era uno stimato avvocato e la madre Anna Bumiller, di origine sveva, aiutava il Carducci quando il poeta ancora non conosceva la lingua tedesca. In questo clima familiare, sensibile alla politica e alla letteratura, Bacchelli compie gli studi classici e inizia quelli universitari iscrivendosi alla facoltà di Lettere senza portarli a termine, preoccupato di delineare più liberamente gli interessi culturali che andavano già annunciandosi nel 1911 con la pubblicazione de Il filo meraviglioso di Ludovico Clo, edito in fascicoli a Bologna a spese dell'autore. Benedetto Croce si occupò di questo primo lavoro.

Nel 1913 a Firenze entra nella redazione de "La Voce" diretta da Giuseppe Prezzolini, collaborando sul settimanale con romanzi, teatro e critica letteraria.

Tornato a Bologna nel 1914 (dopo che "La Voce" aveva cambiato indirizzo letterario) pubblica i Poemi Lirici. Combatte quindi come volontario nella Prima guerra mondiale; si trovano vari accenni o ampi episodi ispirati a questa dura esperienza umana nei suoi romanzi.

Nel 1919 a Roma è tra i fondatori della rivista "La Ronda" e collabora assiduamente con saggi e memorie. Pubblica il dramma Amleto sulla rivista.

Dal 1922 al 1928 periodicamente scrive su "Il resto del Carlino" di Bologna e si afferma definitivamente come scrittore con Lo sa il tonno (favola mondana e filosofica), 1923, e Il diavolo al Pontelungo, 1927. Nel 1936 Il rabdomante ottiene il Premio "Viareggio".

Dal 1938 al 1940 pubblica Il mulino del Po (ridotto per la televisione nel 1963, ha ottenuto vastissimi riconoscimenti di pubblico), Dio ti salvi (1938), La miseria viene in barca (1939), Mondo vecchio sempre nuovo (1940). Quest’opera, nella quale il documento diventa una testimonianza storica e fantastica, impone l'attenzione sullo scrittore italiano anche all'estero. Collabora a varie riviste e giornali (da "La Fiera letteraria" di Roma a "La Stampa" di Torino, dalla "Nuova Antologia" di Roma a "Il Corriere della sera" di Milano a "L'illustrazione Italiana" di Milano). Nel 1941 è nominato socio della Reale Accademia d'Italia ma si dimette nel gennaio del 1944 quando l'Accademia, dopo i noti fatti del luglio '43, viene ricostruita. Socio dell'Accademia dei Lincei di Roma e dell’Accademia della Crusca, pure di Roma, gli è stata conferita la laurea in Lettere, Doctor honoris causa, dall'Università di Bologna.

Nel 1959 riceve il Premio radiofonico "Italia" per la commedia La notte di un nevrastenico (rappresentata in seguito anche a teatro) e nello stesso anno il premio "Marzotto" per il romanzo I tre schiavi di Giulio Cesare.

Già tra i fondatori, è stato presidente della giuria del premio letterario "Bagutta", Milano. Nel 1963 riceve il premio "La penna d'oro". È tradotto in varie lingue ed è apprezzato particolarmente in America, in Inghilterra e nei paesi dell'Europa Occidentale. La prima traduzione inglese de Il diavolo al Pontelungo fu fatta nel 1929 a cura di Orlo Williams. Il racconto La taglia fu tradotto in francese da Georges Gaussel nel 1929 e fu pubblicato su "La revue des vivants".

La città degli amanti fu tradotta da Orlo Williams in lingua inglese nel 1930. Una passione coniugale appare in lingua ungherese nel 1930; nello stesso anno fu tradotta anche in tedesco.

Mal d'Africa fu tradotto in ceco nel 1941; lo stesso libro apparve in Germania nel 1941 nelle edizioni Junker und Dunnhaupt Verlag di Berlino. In tedesco appare anche Il rabdomante nel 1943.

Dopo l'edizione definitiva de Il mulino del Po si hanno traduzioni in lingua danese e poi in tutto il mondo. Romanzi e novelle - tra cui Il brigante di Tacca del Lupo, con la regia di Pietro Germi - sono stati ripresi per il cinema.

Numerosi studi - editi ed inediti - sono stati effettuati negli ambienti universitari anche con tesi di laurea.

A fare da pendant alla narrativa, testi per musica, libri di viaggi (Bacchelli è stato anche un eccellente inviato speciale), scritti di critica musicale, opere teatrali, e ancora, a novant’anni, un ritorno ai versi (In grotta e in valle, 1980), quasi a suggellare una carriera inimitabile sottolineando che la sua essenza più intima e vera restava quella di poeta.

Riccardo Bacchelli si è spento a Monza l’8 ottobre del 1985, all’età di novantaquattro anni.

Pochi mesi prima è stato l’ispiratore della cosiddetta Legge Bacchelli (legge n. 440 dell'8 agosto 1985): “una legge dello Stato italiano che prevede l'erogazione di un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si siano distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versino in condizioni di indigenza”.