Tzvetan Torodov 

 

 

Si è spento a Parigi Tzvetan Todorov, teorico della letteratura, filosofo della storia e della politica. Bulgaro naturalizzato francese, era considerato uno dei massimi intellettuali contemporanei. Aveva 77 anni. 

 

Nato a Sofia, in Bulgaria, il 1° marzo del 1939, fuggito in Francia nel 1963 - quando in Bulgaria vi era un regime comunista filosovietico - Tzvetan Torodov a Parigi era stato allievo di Roland Barthes, grande e importantissimo semiologo. La notizia della sua morte è stata data dalla famiglia. Todorov è morto poco dopo due altri importanti intellettuali nati nei Paesi dell’Est Europa ai tempi del comunismo: Zygmunt Bauman e Predrag Matvejević. Stava per terminare il suo prossimo libro, Le Triomphe de l’artiste, che avrebbe dovuto uscire a marzo.

 

Negli ultimi anni Todorov aveva lavorato soprattutto a saggi di argomento storico e politico, nel tentativo di definire e in qualche misura confutare il concetto di «scontro di civiltà» formulato dallo storico americano Samuel Huntington nel suo libro del 1996.

In particolare nel 2008 pubblicò il saggio La paura dei barbari sulla crisi della democrazia europea: per Todorov al posto delle divisioni del Novecento tra Est/Ovest e Nord/Sud si profilava quello tra aree del mondo dominate dalla Paura e altre governate dal Risentimento, con il rischio di riconoscere nell’altro soltanto un barbaro da cui difendersi imitandolo. E in Goya, del 2011, Todorov ricostruiva l’esportazione violenta degli ideali dell’Illuminismo in Spagna grazie all’invasione napoleonica.

Alla critica politica Todorov arrivò partendo dalla critica della letteratura. I suoi saggi sono stati decisivi per diffondere la tradizione del formalismo russo nell’Occidente europeo.

Dopo essere fuggito in Francia nel 1963, Todorov dunque studiò con Roland Barthes, semiologo, linguista e critico letterario strutturalista, la corrente che fece conoscere in Francia i maggiori teorici formalisti russi, da Vladimir Propp a Michail Bachtine.

Dopo la pubblicazione di alcuni studi dedicati alla critica letteraria formalista e l’antologia I formalisti russi del 1968, Todorov si allontanò progressivamente dallo strutturalismo e dalla semiologia e, nel 1970, pubblicò quello che, forse, è il suo libro più famoso: Letteratura fantastica. Nel libro il genere fantastico è definito a partire dall’esitazione del lettore di fronte a un evento insolito e alla conseguente decisione di spiegarlo attraverso le leggi naturali oppure ricorrendo al sovrannaturale. La spiegazione naturale conduce a quello che Todorov chiamò il fantastico «strano», il ricorso al sovrannaturale dà luogo al fantastico «meraviglioso». Per Todorov nel Novecento la funzione sociale del «fantastico meraviglioso» - la sospensione e trasgressione della legge attraverso il ricorso al sovrannaturale - viene assorbita ed esaurita dalla psicanalisi, che rende il fantastico la regola del reale.

In Italia l'ultimo suo libro, Resistenti, era uscito per Garzanti nel 2016. E a febbraio tornerà in libreria uno dei suoi saggi più noti, Il caso Rembrandt.

Tzvetan Torodov si è spento a Parigi il 7 febbraio del 2017, all’età di 77 anni

 

8/2/2017