Norberto Bobbio: la "coscienza critica" della sinistra italiana.

 

La sua attività di storico, filosofo nonchè politologo ha rappresentato un elemento cardine per lo studio della storiografia, della filosofia giuridica e della scienza politica.

La vita e le opere di Norberto Bobbio (1909-2004): il ritratto di una delle menti più illuminate del Novecento italiano. 

 

Norberto Bobbio è nato a Torino il 18 ottobre del 1909 da Luigi (un medico) e Rosa Caviglia.

Una condizione familiare agiata gli permette un’infanzia serena. Il giovane Norberto scrive versi, ama Bach e la Traviata, ma svilupperà, per causa di una non ben determinata malattia, un sentimento malinconico di fondo che si rivelerà poi essenziale nella sua maturazione.

Studia prima al Ginnasio e poi al Liceo classico Massimo D'Azeglio dove conoscerà Ginzburg, Foa e Cesare Pavese, poi divenute figure di primo piano della cultura dell'Italia repubblicana. Dal 1928, come molti giovani dell'epoca, è infine iscritto al Partito Nazionale Fascista.

Allievo di Gioele Solari e Luigi Einaudi, si laurea in Giurisprudenza nel 1931 con una tesi su "Filosofia e dogmatica [Scienza] del Diritto". Nel 1932 segue un corso estivo all'Università di Marburg, in Germania, insieme a Renato Treves e Ludovico Geymonat, dove conoscerà le teorie di Jaspers e i valori dell'esistenzialismo. L'anno seguente, il 1933, si laurea anche in Filosofia con una tesi su Husserl e la fenomenologia e nel 1934 consegue la libera docenza in Filosofia del diritto, che gli apre le porte nel 1935 all'insegnamento, dapprima all'università di Camerino (Macerata), poi all'università di Siena e a Padova (dal 1940 al 1948). Nel 1934 pubblica il primo libro, L'indirizzo fenomenologico nella filosofia sociale e giuridica.

Le sue frequentazioni sgradite al regime gli valgono nel 1935 un primo arresto a Torino, insieme agli amici del gruppo antifascista Giustizia e Libertà. La chiara reputazione fascista di cui godeva la famiglia gli permette però una piena riabilitazione, tanto che pochi mesi dopo ottiene la cattedra di Filosofia del diritto a Camerino.

È in questi anni che Norberto Bobbio delinea parte degli interessi che saranno alla base della sua ricerca e dei suoi studi futuri: la Filosofia del diritto, la Filosofia contemporanea e gli Studi sociali; uno sviluppo culturale che Bobbio vive contemporaneamente all'impegno politico.

Nel 1942 partecipa al movimento liberalsocialista fondato da Guido Calogero e Aldo Capitini, e nell'ottobre dello stesso anno aderisce al Partito d'azione clandestino. Nel 1943 sposa Valeria Cova: dalla loro unione nascono i figli Luigi, Andrea e Marco. Il 6 dicembre del 1943 è arrestato a Padova per attività clandestina e rimane in carcere per tre mesi. Nel 1944 viene pubblicato il saggio La filosofia del decadentismo, nel quale critica l'esistenzialismo.

Dopo la Liberazione collabora regolarmente con Giustizia e Libertà, quotidiano torinese del Partito d'azione, diretto da Franco Venturi. Collabora all'attività del Centro di studi metodologici con lo scopo di favorire l'incontro tra cultura scientifica e cultura umanistica, e poi con la Società Europea di Cultura.

Nel 1948 lascia l'incarico a Padova e viene chiamato alla cattedra di Filosofia del diritto dell'Università di Torino, annoverando corsi di notevole importanza come Teoria della scienza giuridica (1950), Teoria della norma giuridica (1958), Teoria dell'ordinamento giuridico (1960) e Il positivismo giuridico (1961). Dal 1962 assume l'incarico di insegnare Scienza politica, che ricoprirà fino al 1971.

La politica, del resto, diviene via via un tema fondamentale nel suo percorso intellettuale e accademico, e parallelamente alla pubblicazioni di carattere giuridico, avvia un dibattito con gli intellettuali del tempo; nel 1955 scrive Politica e cultura, considerato una delle sue pietre miliari, mentre nel 1969 esce il libro Saggi sulla scienza politica in Italia, e nello stesso anno è tra i fondatori della odierna Facoltà di Scienze politiche all'Università di Torino insieme con Alessandro Passerin d'Entrèves, al quale subentra nella cattedra di Filosofia politica nel 1972, e dal 1973 al 1976 diviene preside della Facoltà.

Nei venticinque anni accademici all'ombra della mole Antonelliana Bobbio svolge anche diversi corsi su Kant, Locke; lavori su Hobbes e Marx, Hans Kelsen, Carlo Cattaneo, Hegel, Pareto, Gaetano Mosca, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, e contribuisce con una pluralità di saggi, scritti, articoli e interventi di grande rilievo che lo porteranno, successivamente, a diventare socio dell'Accademia dei Lincei e della British Academy.

Significativa la collaborazione, sul tema pacifista, con il filosofo e amico antifascista Aldo Capitini, le cui riflessioni comuni sfoceranno nell'opera I problemi della guerra e le vie della pace (1979).

Nel 1953 partecipa alla lotta condotta dal movimento di Unità popolare contro la legge elettorale maggioritaria e nel 1967 alla Costituente del Partito socialista unificato. Nel tempo delle contestazioni giovanili, Torino è la prima città a farsi carico della protesta, e Bobbio, fautore del dialogo, non si sottrae a un difficile confronto con gli studenti, tra i quali il suo stesso primogenito. Nel contempo, viene anche incaricato dal Ministero per la Pubblica Istruzione quale membro della Commissione tecnica per la creazione della Facoltà di Sociologia di Trento.

È tra i firmatari del controverso appello pubblicato sul settimanale L'espresso contro il commissario Luigi Calabresi, e a metà degli anni Settanta, nel solco di un sempre più vivace impegno civile, e alle soglie di uno dei periodi più drammatici in Italia - culminato con il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro - provoca un vivace dibattito sia negando l'esistenza di una cultura fascista che trattando estensivamente sui rapporti tra democrazia e socialismo. Successivamente la sua attenzione si concentra a favore di una "politica per la pace", con dei motivati distinguo a supporto del Diritto internazionale in occasione della guerra del golfo del 1991.

Nel 1979 viene nominato professore emerito dell'Università di Torino; nel 1984 è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. In quanto membro del Senato si iscrive prima come indipendente nel gruppo socialista, poi, dal 1994, al gruppo misto, e infine dal 1996 al gruppo parlamentare del Partito Democratico della Sinistra, poi divenuto dei Democratici di Sinistra.

Nel 1994, dopo la stagione di Mani pulite e la cosiddetta fine della Prima Repubblica, viene pubblicato il saggio Destra e sinistra, i cui contenuti - tuttora di concreta attualità - provocano un notevole dibattito culturale, agitando non poco l'humus della politica italiana. Il libro tocca le cinquecentomila copie vendute in pochi mesi e viene ripubblicato l'anno successivo, riveduto e ampliato, con risposte ai critici.

A riconoscimento di una intera vita lucidamente dedicata alle scienze del diritto, della politica, della filosofia e della società, tra dubbio e metodo, tra ethos e laicità, Bobbio ha ricevuto lauree honoris causa da molte Università, tra le quali quelle di Parigi (Nanterre), Buenos Aires, Madrid (tre, in particolare alla Complutense) e Bologna, e ha vinto il Premio Balzan nel 1994, e il Premio Agnelli nel 1995.

Nel 1997 ha pubblicato la sua "Autobiografia", così recita il titolo, edita da Laterza. Nel 1999 è uscita una terza edizione aggiornata del suo best seller, ormai tradotto in una ventina di lingue. Nel 2001 scomparsa la moglie Valeria, Bobbio ha iniziato un graduale ritiro dalla vita pubblica, pur rimanendo in attività e curando ulteriori pubblicazioni. Il 18 ottobre 2003, ha ricevuto il "Sigillo Civico" della sua Torino "per l'impegno politico e il contributo alla riflessione storica e culturale".

Norberto Bobbio si è spento a Torino il 9 gennaio del 2004, all'età di 94 anni.

La salma è stata deposta dopo alcuni giorni in forma strettamente privata - secondo le sue volontà - e una regolare messa funebre, nel cimitero di Rivalta Bormida, Comune piemontese in provincia di Alessandria.